A Milano il Comune si rivolge al TAR per la vicenda-Vigorelli, nella capitale il TAR del Lazio emette una nuova sentenza
Iniziamo da Milano: il Comune ha deciso di ricorrere al Tar contro il vincolo avanzato dalla direzione regionale dei Beni Culturali della Lombardia sul “caso Vigorelli”. Gli assessori di Palazzo Marino, Ada Lucia De Cesaris e Chiara Bisconti hanno precisato che si è trattato di “un atto dovuto per il Comune, anche considerate le diverse valutazioni fatte riguardo al Vigorelli dall’Amministrazione stessa”. Contestualmente all’impugnazione, l’amministrazione milanese intende operare “tutte le valutazioni opportune al fine, comunque, di rigarantire la riqualificazione del Vigorelli, in accordo con la Sovrintendenza”.
Un breve riassunto: il progetto scelto dal Comune di Milano per una struttura polifunzionale finalmente utilizzabile (che va detto, il Vigorelli a parte un po’ di football americano è lì a fare la polvere da anni…) è stato impugnato dal Ministero dei Beni Culturali perché prevede una nuova pista da ciclismo removibile, mentre quella storica oggi presente andrebbe a finire – in parte – nel Museo all’interno della struttura stessa. La cosa non è piaciuta a un’associazione ciclistica che si è rivolta appunto al Ministero trovando ascolto. I lavori di ristrutturazione che dovevano portare alla nascita del nuovo Vigorelli nel 2016 – dove dovrebbe trovare spazio anche il rugby – non sono perciò ancora partiti.
Il Comune, nonostante l’impugnazione presso il TAR tende la mano a Roma e si dice disponibile a trattare.
Andiamo nella capitale. Nell’infinita e complicatissima vicenda del Tre Fontane – ingarbugliata più delle vicende raccontate da Gabriel Garcia Marquez in “Cent’anni di solitudine” – si registra un nuovo punto fermo (?): il Tar del Lazio ha infatti annullato la delibera del comune di Roma che assegnava la struttura alla società Rugby Roma Club.
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