Pressione, fasi statiche e primo placcaggio: il Sei Nazioni si avvicina e la banda Brunel è chiamata ad un salto di qualità
Un impegno più agevole e importante per riordinare le idee e ritrovare confidenza. Dopo la brutta prova con l’Australia, che ha fatto proseguire il trend negativo in termini di risultati e gioco iniziato nel corso della finestra Test Match di Giugno in Sudafrica, l’Italrugby affronterà sabato 16 allo stadio Zini di Cremona (diretta Sky Sport 2 HD ore 15 ) le isole Fiji. Nel match della scorsa settimana, il team isolano ha superato a Lisbona il Portogallo con il risultato di 13-36, andando a marcare ben sei mete. Molti i giocatori in campo impegnati nei massimi campionati, dal Top 14 (Nalaga-Clermont, Seremaia Baikeinuku-Castres, Sisa Koyamaibole-Brive), alla Premiership (Akapusi Qera-Gloucester, Waisea Luveniyali-Harlequines), fino al Super Rugby (Asaeli Tikoirotuma-Chiefs). La partita si annuncia dura e impegnativa, come sempre quando ad essere affrontate sono le tre squadre delle isole pacifiche, ma nonostante questo è lecito aspettarsi un’Italia più decisa e soprattutto in grado di mettere alle corde l’avversario, affondando il colpo al momento giusto.
Più che il tabellino, che comunque sarà da tenere d’occhio, conterà il gioco espresso. Occhi puntati soprattutto sulla fase difensiva, dove è d’obbligo dimostrare maggiore ordine ma soprattutto una maggiore efficacia nell’uno contro uno rispetto a quella vista a Torino contro i Wallabies. Brunel e Parisse l’hanno detto chiaro e tondo, la linea può anche essere ben organizzata e non concedere immediate superiorità, ma se manchi il frontale con l’avversario diretto tutto diventa estremamente più complicato. Da questo punto di vista, la sfida contro una squadra isolana rappresenta un buon banco di prova. Fisici e compatti come tradizione prevede, i giocatori fijiani in situazione di parità numerica poche volte rifiuteranno il contatto verticale, cercando magari di coinvolgere i sostegni con offload et similia. Non fallire l’uno contro uno e non concedere libertà al portatore sarà certamente una delle key areas su cui Brunel focalizzerà il proprio occhio. C’è poi da aspettarsi un coinvolgimento delle due ali, Nalaga e Naguda, nel gioco aperto, anche per rientrare e andare a impattare contro Orquera, su cui dovrà essere presente l’aiuto di terze e seconde linee. La pressione poi sarà un aspetto molto importante: le squadre isolane fanno di tutto per non cedere, ma se messe sotto pressione evidenziano mancanza di disciplina e a volte di tecnica individuale. Rispetto alla partita con Cooper e compagni, comunque, ci si aspetta un’Italia dominante, in grado di conquistare e mantenere l’ovale imponendo il proprio gioco e le proprie manovre in avanzamento. In questo senso va forse interpretata la scelta di Geldenhuys. Capitolo fasi statiche. In touche dovremmo essere in condizione di dire la nostra, così come in mischia ordinata: anche se dovesse diventare una lotteria, come troppo spesso sta accadendo, qualche biglietto vincente in più è lecito aspettarselo.
Dopo le Fiji toccherà ai Pumas, e dopo i Pumas al Galles nell’esordio del Sei Nazioni 2014. Due Test e tre mesi, per capire che ruolo vorremo (o vorremmo) giocare.
Di Roberto Avesani @robyavesani
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