Rugby in televisione: quando la palla ovale ha dei rimbalzi complicati

Vi proponiamo i non molti dati televisivi che circolano dopo i primi tre mesi della stagione. Tra test-match e partite celtiche

ph. Sebastiano Pessina

No, nessuna critica a commenti e commentatori, telecronisti, giornalisti e/o produzioni. Solo i freddi numeri – non molti a dire il vero – di questo primo scorcio di stagione, tra Pro12 e nazionale.
Iniziamo da quest’ultima: il 9 di novembre la sfida di Torino tra Italia e Australia ha attirato su Sky 211.771 spettatori unici. Per meglio inquadrare questo numero vi diciamo che tra le 15 e le 18 di quel giorno lo share dei canali della piattaforma satellitare è stato del 9% (quello della giornata-media di Sky è stato del 7,1%).
Passiamo a Italia-Fiji:  la partita di Cremona trasmessa in diretta da SkySport2 ha raccolto 302.076 spettatori unici, numeri quindi superiori rispetto a una settimana prima a fronte anche di uno share medio più basso dell’intero mondo Sky tra le 15 e le 18 (8,3%, il dato medio giornaliero è stato invece anche in questo caso del 7,1%).
Una precisazione: secondo la normativa vigente in Auditel si diventa “spettatori unici” quando si rimane per almeno un minuto su un programma specifico. Il numero è più alto del netto degli spettatori dello stesso programma perché non prende in considerazione la permanenza.
Chiudiamo con i pochi dati che circolano in maniera ufficiosa sul Pro12 (Auditel ancora non rileva in toto la programmazione del digitale terrestre e quei numeri che poi girano tra gli addetti ai lavori vengono estrapolati attraverso procedimenti più o meno complicati da quelli forniti dall’azienda di rilevazione): la partita finora più vista è stata Benetton Treviso-Ospreys, intorno a una media di 50mila spettatori. Più basse le altre gare trasmesse e a soffrire di più sono ovviamente le repliche del lunedì, piazzate in un momento del palinsesto non particolarmente felice (a cavallo tra pausa pranzo e primissimo pomeriggio).

 

Questi i numeri ai quali non vogliamo far seguire alcuna analisi perché quelle le possono dare solo i “tecnici” e gli addetti ai lavori dello strumento televisivo. Solo un paio di precisazioni: i test-match di novembre per via della gestazione complicata della cessione dei diritti televisivi non hanno avuto tempo per essere “eventizzati” (parola orribile, lo sappiamo, ma i televisivi la utilizzano), vale a dire che non hanno avuto tempo sufficiente per essere debitamente lanciati e pubblicizzati. Nel caso della gara con l’Australia va anche aggiunto lo sciopero di due giorni della Gazzetta dello Sport, cosa che sicuramente non ha aiutato ad avvicinare i non appassionati. Il fatto che una partita meno “glamour” come quella con le Fiji abbia fatto più ascolti di una gara invece sicuramente più attesa come quella con i Wallabies deve essere quindi vista con positività. Una settimana in più di presenza televisiva ha dato subito risultati, senza contare che la migliore pubblicità che si possa fare al rugby – club o nazionale poco conta – è soprattutto una: la vittoria.
Piccola nota a margine anche sul Pro12: i numeri non differiscono molto da quelli che caratterizzavano SportItalia la scorsa stagione, ma va detto che probabilmente ci si aspettava qualcosa di più da parte di Mediaset da un punto di vista della promozione.

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