Il Pro12 che verrà: il futuro ancora sospeso di Benetton Treviso e Zebre

A livello ufficiale non ci sono ancora novità sulla partecipazione o meno delle squadre italiane al prossimo quadriennio celtico

ph. Sebastiano Pessina

Oggi è il 20 novembre 2013 e ancora tutto tace sul fronte celtico. O almeno così sembrerebbe. Sul proseguimento o meno dell’avventura in Pro12 delle squadre italiane in via ufficiale ancora non si sa nulla. Un annuncio – in un senso o nell’altro – era atteso già un anno fa poi è stato più volte rinviato. “Colpa” di una trattativa sicuramente difficile con le nostre controparti che si è poi trovata in qualche modo intrecciata anche a quella anche più complessa del futuro delle coppe europee. Due argomenti che magari si sfiorano soltanto e che rimangono in qualche maniera separati, ma la sovrapposizione temporale di sicuro non ha aiutato nessuno.
Il presidente FIR, Alfredo Gavazzi, lotta da tempo per ottenere la cancellazione della tassa di ingresso – qualcuno la chiama “di partecipazione” – di 3 milioni di euro che la federazione deve versare al board. Ce la farà? Non ce la farà? E se non ce la farà assisteremo a una sua cancellazione immediata o a una sua diminuzione progressiva per arrivare poi a una eliminazione completa nel giro di qualche anno (come ha sostenuto l’ex presidente Dondi in una intervista che ha rilasciato a questo sito qualche mese fa)?
Domande ancora senza risposta. Almeno – lo ripetiamo – in via ufficiale, che non è affatto detto che non si sia già giunti a un qualche tipo di accordo ufficioso o che comunque le trattative siano lontane dall’essere concluse.

 

La mancanza di novità crea comunque non pochi problemi a Benetton Treviso e Zebre che a oggi non possono ancora programmare con certezza il proprio futuro. Perché per il club veneto, ad esempio, farà molta differenza giocare in un torneo celtico o nell’Eccellenza. Lo fa invece forse un po’ meno per la franchigia federale che potrebbe anche sparire in caso di mancata partecipazione al prossimo quadriennio di Pro12 (e le Zebre devono anche far fronte alla loro annunciata “privatizzazione” dalla prossima estate: il presidente Gavazzi ha più volte ripetuto che la squadra di Parma da luglio 2014 non avrebbe più gravato sul bilancio federale. Cosa che a oggi sembra complicata per via delle condizioni economiche generali che non possono non riflettersi anche nel rugby).

 

C’è poi il capitolo giocatori: una qualche inquietudine non può non serpeggiare tra gli atleti che ben sanno che le squadre si imbastiscono in queste settimane e che potrebbero ritrovarsi in difficoltà in caso di decisione tardiva. Il problema non riguarda ovviamente “l’argenteria”, ché uno come Alessandro Zanni – giusto per fare un esempio, ammesso e non concesso che decida di lasciare Treviso – trova un club di livello senza grossi problemi probabilmente anche a maggio, ma per tanti altri le prospettive sono diverse e vorrebbero sapere qualcosa già ora. Anzi, ieri sarebbe stato meglio.
E poi c’è un ultimo aspetto da considerare, vale a dire che bisognerà vedere che cosa prevede nel concreto l’eventuale accordo che verrà portato a casa, soprattutto dal punto di vista dei pesi economici e dei bilanciamenti dei costi.
Insomma, attendiamo presto novità, speriamo positive. E saremmo ben felici se il presidente federale già nelle prossime ore o nei prossimi giorni smentisse questo articolo annunciando un proseguimento dell’avventura celtica delle squadre italiane alle migliori condizioni che la FIR si è prefissata.

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