Piccola rassegna stampa dopo il ko nella sfida ai Pumas. E dove anche il calcio dice ancora la sua
“Fragile e sbadata” (Gazzetta dello Sport), “L’Italia è un fantasma” (La Repubblica), “Italia sbranata dai Pumas” (Libero), “Italia brutta e confusa” (La Stampa), “Flop Italia, non va più niente” (Corriere dello Sport), “Una vittoria presa a calci” (Tuttosport), “L’Italia si perde nella trappola dell’Argentina” (Corriere della Sera). Sono solo alcuni dei titoli con cui oggi i vari quotidiani presentano i loro resoconti su Italia-Argentina dell’Olimpico.
Probabilmente quello più azzeccato, almeno tra questi, è quello della Gazzetta dello Sport, ma il senso di delusione generale è forte, stemperato solo qua e là. Delusi sono i tifosi e deluso lo è anche il ct Jacques Brunel: “Abbiamo perso una partita che potevamo vincere, le occasioni non ci sono mancate, ma non siamo riusciti a sfruttarle. Sicuramente questo mese di novembre ha segnato un passo indietro rispetto al Sei Nazioni dello scorso anno, però quel che è certo è che raffrontando queste ultime tre partite con quelle del tour estivo, mi sento di fare un bilancio non del tutto negativo”. Ineccepibile, ma magra consolazione.
E continua a tenere banco il “caso Garcia”. Il tecnico della Roma Calcio ieri in conferenza stampa aveva criticato il fatto che all’Olimpico si giocassero nel giro di poco più di 48 ore prima Italia-Argentina e poi Roma-Cagliari (in programma lunedì sera). Parole rilasciate prima ancora del fischio d’inizio della sfida tra azzurri e Pumas e poi stemperate in serata: “Se il CONI lavora bene e tanto fino a lunedì magari il campo non sarà brutto”. Quest’ultima dichiarazione è arrivata dopo essersi reso personalmente conto delle condizioni del campo al termine della partita di ieri pomeriggio e dopo aver appreso che gli agronomi non hanno considerato necessari degli interventi straordinari per sistemare il manto erboso. Evidentemente il campo non è messo così male.
Una brutta vicenda che trova largo spazio su tutti i quotidiani sportivi (soprattutto, non solo). Garcia è uomo che conosce e apprezza il rugby ma una uscita del genere a poche ore dal fischio d’inizio di Italia-Argentina – quando i calendari, anche quelli calcistici, sono noti da mesi – lascia un po’ sorpresi visto che Lazio, Roma e nazionale di rugby in qualche comunque rara occasione debbano dividersi l’Olimpico non è esattamente una novità.
La pezza che poi il presidente del CONI Malagò cerca di metterci è poi peggio del buco (“Facciamo gli affittacamere dello stadio, noi non c’entriamo”. Lo stadio Olimpico è di proprietà del CONI che ha largo spazio di discrezione nella gestione della struttura. Immaginiamo).
Si dirà che Garcia ha risposto alla domanda di un giornalista. Vero, però la sensazione che abbia preso al volo la palla al balzo rimane tutta. Le ragioni di Garcia non sono del tutto campate in aria, ma se avesse alzato la manina qualche mese fa chiedendo a tutti se non fosse magari il caso di pensarci per tempo sarebbe stato sicuramente meglio. E avrebbe tolto alle sue dichiarazioni ogni patina di “strumentalità”. Ma magari ci sbagliamo.
Qualcuno, sui giornali di oggi, dice che forse aveva più senso invertire le due partite o anticipare al giovedì quella della Roma. Questa ultima ipotesi però avrebbe trovato la sicura opposizione del club giallorosso visti gli impegni delle nazionali di calcio nei giorni scorsi. E chissà se avremmo mai visto Jacques Brunel lamentarsi del fatto di dover giocare su un campo utilizzato due giorni prima da qualcun altro: non lo sapremo mai ma siamo pronti a scommettere che non sarebbe successo. E comunque le sue parole sarebbero finite al massimo in un trafiletto.
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