O’Connell: “Al momento della penalità eravamo a 60 metri dalla nostra linea di meta”. Schmidt: “Devastante”
DUBLINO – La sfida di domenica è stata più persa dall’Irlanda che vinta dalla Nuova Zelanda. Entrambe le squadre ne sono sicure e la cosa viene confermata dalle dichiarazioni a fine gara. I giornalisti irlandesi che aspettano le conferenze stampa scuotono la testa per un’occasione storica fallita. Già, perché la vittoria sarebbe stata storia per tutti. Invece è stata una beffa atroce. Non c’è altro modo per definire quello che è successo domenica. Ci sono sconfitte onorevoli, come Inghilterra-Italia 18-11 al 6 nazioni 2013. Irlanda-Nuova Zelanda 22-24 invece è una beffa atroce, anzi “devastante” per usare la parola di Joe Schimidt.
Il capitano degli All Blacks Richie McCaw si presenta in conferenza stampa con una macchia di sangue sul colletto della maglia da gioco. Messaggio: “Ho dato il sangue per vincere questa partita, eccolo”. Il coach neozelandese Hansen parla prima che arrivino le domande, cosa insolita da queste parti. ”Vorrei contratularmi con l’Irlanda per la sua sensazionale prestazione – inizia -. All’inizio ci hanno veramente fatto del male e devono esserne contenti: 19 punti di vantaggio non si costruiscono per caso. Anche per questo però sono orgoglioso di quello che hanno fatto i miei 23 giocatori: per tirarsi fuori da quella situazione ci vuole uno sforzo speciale; compiendolo abbiamo dimostrato di essere una squadra speciale”.
McCaw fotografa la gara con una frase: “Se l’Irlanda avesse segnato quella punizione (Sexton al 74′, ndr) probabilmente avremmo perso”. Amen. Dopo aver riconosciuto che l’Irlanda li stava battendo il capitano dice un’altra frase chiave: “Alla fine è una questione di convinzione. Io non mi sono mai arreso e sono sempre stato orgoglioso del fatto che nessun All Black lo ha mai fatto”. Il capitano parla anche della sensazione del grande slam: “Capiremo nei prossimi giorni e settimane cosa abbiamo fatto. Adesso la mente di tutti è ancora a questa partita“.
Il capitano irlandese Paul O’Connell (13 placcaggi e decine di palloni portati in avanti) e Joe Schmidt invece si presentano in giacca e cravatta. La loro faccia è l’immagine del dolore. Il capitano: “Quando l’arbitro ha fischiato quella penalità (a McGrath a 30” dalla fine, ndr) eravamo a 60 metri dalla nostra linea di meta, io avevo fiducia che li avremmo tenuti lì per cui è veramente deludente come è andata a finire”. Domanda d’obbligo sulla trasformazione ripetuta e pietra tombale del capitano sull’argomento: “Non saremmo qui a parlare di quello se avessimo difeso dopo quella penalità”. Il coach (irlandese) ha parlato tanto ma basta riportare una sua frase: “Mancava un minuto e avevamo la palla nei loro dieci metri … eh sì, devastante”.
di Damiano Vezzosi
Cari Lettori,
OnRugby, da oltre 10 anni, Vi offre gratuitamente un’informazione puntuale e quotidiana sul mondo della palla ovale. Il nostro lavoro ha un costo che viene ripagato dalla pubblicità, in particolare quella personalizzata.
Quando Vi viene proposta l’informativa sul rilascio di cookie o tecnologie simili, Vi chiediamo di sostenerci dando il Vostro consenso.