Il progetto dottor Andrea Buscemi, osteopata del Padua Rugby Ragusa, arriva all’Accademia del Rugby di Catania
La sensazione è che, nel mondo del rugby, la Sicilia sia una delle tante cenerentole che ne fanno parte. Ci basta pensare al numero esiguo di atleti siciliani che militano in squadre di alto livello o all’assenza totale di società nell’élite di questo mondo.
Per fortuna non è sempre così e, addirittura, a volte, la nostra isola è un’avanguardia.
Come nel caso del progetto, studiato dal fisioterapista e osteopata del Padua Rugby Ragusa, Andrea Buscemi, insieme al Centro Studi di Osteopatia Italiano, e destinato agli atleti dell’Accademia del Rugby di Catania, che ha come obiettivo, riportiamo testualmente, quello di “monitorare e mantenere lo stato di salute muscolo-scheletrico e posturale degli altleti con interventi mirati e programmati durante l’anno di attività agonistica al fine di ridurre il rischio di infortunio e migliorare la performance sportiva”.
Per capire meglio in che cosa consiste, abbiamo chiesto aiuto proprio al dottor Buscemi.
«Si tratta di un progetto che mira a ridurre al massimo gli infortuni, prevenendoli, per avere l’intera rosa sempre disponibile, oltre che ottenere un miglioramento delle performance atletiche».
Immaginiamo che tutto ciò non nasca dall’oggi al domani.
«Il progetto è stato presentato, tramite la Scuola di Osteopatia, direttamente a Carlo Checchinato, il responsabile per l’Alto Livello della Fir, attraverso il presidente del Comitato Regionale Siciliano Orazio Arancio, il consigliere Antonio Buscemi, e Salvo Pezzano e il dottor Carmelo Crocellà, rispettivamente il team manager e medico dell’Accademia. La Federazione lo ha subito accolto di buon grado perché si tratta di un progetto che da tempo porto avanti nel Padua Rugby Ragusa e che, negli anni, ci ha portati ad avere una percentuale di infortuni del 5%, con una disponibilità per le gare del 100% degli atleti».
Come sarà sviluppato il lavoro?
«Premetto che si tratta di un progetto pilota che, per quanto ne sappia, è l’unico a livello federale. Quanto al lavoro, ci sarà un’équipe formata da docenti del Centro Studi di Osteopatia Italiano che, facendo capo a me in quanto responsabile del progetto, seguirà i ragazzi con incontri che avranno cadenza settimanale, nella prima fase, per poi divenire quindicinali. Nel concreto, abbiamo effettuato un primo screening durante il quale sono stati valutati tutti i ragazzi e durante tutto l’arco della stagione saranno costantemente monitorati. A questo proposito voglio ringraziare i dirigenti del Cus Catania, soprattutto Nino Puleo, per la loro sensibilità nel concedere i locali che ci consentono di portare avanti il progetto».
Quali saranno i vantaggi per entrambe le parti, Federazione e Centro Studi?
«Beh, per la Fir il vantaggio sarà quello di avere degli ospeopati che metteranno gratuitamente a disposizione la loro professionalità, mentre per il Centro Studi servirà come momento di tirocinio per gli studenti»
Dunque c’è un vantaggio per tutti. E il suo qual è?
«Il mio sarà quello di fare qualcosa per ciò che amo in modo viscerale: il rugby, ho giocato nel Padua per tanti anni, e la professione osteopatica. La moneta con cui sarò retribuito sarà il piacere di fare quello che mi piace fare».
Dottor Buscemi, quanto durerà questo progetto?
«Per il momento andremo avanti fino al prossimo giugno. Poi, se i risultati saranno soddisfacenti, per il Centro e per la Fir, vedremo come proseguire. Da parte mia la disponibilità è massima».
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