Un inizio di stagione da non incorniciare: Michele Rizzo e l’arte di non nascondersi

Intervista al pilone del Benetton Treviso e della nazionale azzurra. Tra risultati che non arrivano e problemi di mischia (ma non solo)

ph. Ottavia Da Re

Novembre azzurro, un novembre negativo a detta dello stesso ct. Che giudizio dai a questi test-match e alle tue prestazioni
Per quanto riguarda me stesso è stato un mese positivo, Brunel mi ha dato molta fiducia e credo di aver fatto delle buone prove soprattutto contro l’Argentina che sapevamo avere una delle mischie più forti in circolazione. Se invece dobbiamo allargare il giudizio alla squadra non possiamo dare la sufficienza a quanto abbiamo fatto: contro l’Australia potevamo fare molto meglio e limitare di tanto i danni, abbiamo vinto contro le Fiji ma abbiamo faticato molto di più del dovuto e infine abbiamo perso contro un’Argentina molto abbordabile.

 

L’Italia ha subito tantissime mete in questo trittico novembrino. A tuo parere da cosa è dipeso? Disattenzione o avete provato a fare qualcosa di diverso i cui meccanismi evidentemente non sono stati ancora assimilati? Si è parlato di una volontà di mettere in pratica una difesa avanzante…
E’ vero, abbiamo cercato una difesa più aggressiva in grado di salire di più, ma personalmente non credo che questo sia il motivo delle tante mete subite, non può essere una giustificazione plausibile. Abbiamo visto e rivisto quelle marcature e la maggior parte dipendono da errori individuali, sopratutto nel placcaggio. E’ successo in particolar modo contro le Fiji, squadra che sappiamo essere molto forte nell’uno contro uno. Secondo me è un problema che riguarda gli individui, dobbiamo essere più esigenti con noi stessi e dobbiamo sbagliare meno: ormai le squadre ci temono e ci studiano, preparano delle contromosse e al primo errore ti puniscono. Siamo noi che dobbiamo essere più severi ed esigenti con noi stessi.

 

C’è poi il problema della mischia: le regole sono cambiate e l’Italia sembra subire un po’ troppo queste modifiche. Forse c’è stato un iniziale errore di valutazione e si pensava che fossero meno impattanti. Alla fine uno “sbaglio” simile è stato commesso anche a Treviso
La nazionale è lo specchio del nostro movimento. A Treviso all’inizio dell’anno abbiamo avuto grossi problemi in mischia perché forse abbiamo iniziato un po’ in ritardo ad allenarci secondo questo nuovo regolamento. Va però detto che ora le cose da quel punto di vista vanno molto meglio e riusciamo a gestire le mischie in maniera più positiva, probabilmente non come gli anni passati ma siamo arrivati a un buon punto.
In nazionale è un po’ lo stesso: contro l’Australia siamo stati forse un po’ penalizzati dall’arbitro: non dal punto vista personale ma del timing dell’ingaggio e i nostri avversari ne hanno approfittato anche con qualche malizia. Con l’Argentina in realtà credo che in mischia abbiamo fatto una buona gara, non sono d’accordo con quanto ho sentito o letto da tante parti. Le Fiji invece sotto questo aspetto non fanno molto testo.

 

Ora arriverà De Carli in azzurro…
Ha giocato in mischia, capisce molto di più certi meccanismi. E’ un allenatore molto bravo, io l’ho avuto in Nazionale A, e non posso che essere contento della scelta.

 

Brunel ha fatto capire che potrebbe mettere mano a certe gerarchie interne al gruppo
Credo che sia giusto rimettersi in gioco e fare autocritica. Dopo il tour di giugno e questo novembre bisogna mettere in discussione tutti e tutto quanto. Trovo siano normali e corrette le parole di Jacques.

 

Chiudiamo con il Benetton Treviso. La stagione non sta andando così come era stata pensata, mi pare innegabile. Quali i motivi: troppe pressioni? Il fatto che la società ha fatto capire chiaramente che quest’anno doveva esserci un salto di qualità vi sta pesando nella testa? E l’annunciato addio di Franco Smith ha un qualche peso?
Non credo. Penso che grazie al lavoro che abbiamo fatto negli anni scorsi abbiamo creato delle aspettative molto alte e ora il pubblico si aspetta che noi si vinca un po’ tutte le partite. Ovviamente non è cosa semplice: ci conoscono, ci aspettano e ci studiano. Non trovi più la squadra che ti prende sottogamba. Va anche detto che abbiamo perso diverse partite con il bonus difensivo e a far tutti i conti se riuscivamo a portare a casa qualche partita che abbiamo perso per ingenuità nostre oggi staremmo qui a parlare di una stagione un po’ diversa. Lavorare è l’unica soluzione.

 

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