Il presidente biancoverde rilascia una intervista dopo il pesantissimo ko di Belfast e parla di molti temi caldi
«Si può perdere, ma non in questo modo. È stata una pessima figura, non ho visto la voglia di lottare, e non c’è alibi che tenga. In fin dei conti tantissimi giocatori sono nel giro della nazionale. Sabato mi attendo una reazione decisa, si gioca in casa. Confido, prima ancora che in una svolta della squadra, nell’orgoglio individuale, devono dimostrare che il risultato di Belfast è bugiardo». Così parlò Amerino Zatta, presidente del Benetton Treviso, dopo la sonora sconfitta (48 a 0) rimediata sabato con l’Ulster. Zatta è un uomo molto posato, ma in una intervista rilasciata a La Tribuna lascia trasparire tutta la sua rabbia. E non vuole sentire parlare di un possibile effetto-Smith sulla prestazione del Ravenhill: «Quello che è successo è stato spiegato alla squadra. E abbiamo detto che ognuno a questo punto di vista e prendersi le proprie responsabilità. Nessuno pretendeva di vincere, ma nemmeno una prestazione del genere».
Zatta fa autocritica anche per quanto riguarda la società e poi parla del futuro. Al giornalista che parla di rifondazione risponde così: «Non userei termini così forti. Il quadriennio si sta per concludere, faremo un bilancio per impostare il prossimo, sempre che ci arrivino certezze sul futuro: tutti dicono che la Celtic si farà ancora, ma vogliamo avere garanzie più precise, impegni e progetti scritti. I problemi non mancano, quello che mi sembra il più rilevante è la mancanza di giocatori a breve termine per il ricambio. Dove andiamo a prenderli? Siamo arrivati a un bivio, per il futuro del rugby in Italia: il problema della profondità del movimento è serissimo». Smentite seccamente infine le voci che vorrebbero dei contatti in corso con Umberto Casellato e Alessandro Troncon per il ruolo di futuro head coach.
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