Il Gazzettino intervista Andrea Rinaldo, rappresentante italiano all’ERC. Che attacca inglesi e leghe di club
Dettagli precisi sul probabile futuro delle coppe europee, per la prima volta da parte di un rappresentante FIR. Ivan Malfatto de Il Gazzettino ha intervistato Andrea Rinaldo, consigliere federale e rappresentante con Fabrizio Gaetaniello dell’Italia all’Erc: “Abbiamo accettato la formula voluta dai club: 20+20. Ovvero venti squadre in Heineken, invece di 24, ripartite per merito: 6 da ognuno dei campionati inglese e francese, 7 dal Pro 12 più una da un barrage con una sola italiana garantita. Venti in Challenge Cup, le 18 professionistiche rimaste più 2 qualificate da una terza e nuova qualificazione fra emergenti (Coppa 3) gestita dalla Fira. Abbiamo accettato il riparto finanziario dei proventi voluto dai club: un terzo a testa per ogni campionato, non più metà alle italo-celtiche e metà alle anglo-francesi. Non possiamo accettare, invece, di cedere la governance. Altrimenti che mediazione sarebbe?”.
Poi c’è l’attacco agli inglesi: “Non vogliono partecipare all’Heineken Cup 2014/15? Ne stiano fuori. È già successo in passato e la coppa non è morta. Anzi poi è diventata un evento dal successo clamoroso. Abbiamo già due opzioni alternative per gestirla. Con la garanzia che gli introiti, commerciali e dei diritti televisivi, resteranno invariati, se la Francia parteciperà come pare con sei o otto squadre. Mentre l’Italia avrà la possibilità di aumentare i suoi due attuali posti”.
Come? In Heineken Cup parteciperebbero tutte le squadre celtiche poi le opzioni differiscono: nel primo caso ci sarebbero 8 club francesi mentre nel secondo i transalpinisi fermerebbero a 6 con altre due squadre che arriverebbero da un mini-torneo FIRA da organizzare nella tarda primavera tra la fine dei campionati nazionali e l’inizio dei test-match estivi. “Oltre a Benetton e Zebre, così, l’Italia potrebbe avere per la prima volta in Heinken uno o due club dell’Eccellenza, magari rinforzati, se si qualificheranno”, così Rinaldo, che non dimentica di tirare una stoccata alle leghe dei club: “A loro interessano solo i quattrini, tutti e subito, non lo sviluppo del movimento dalla formazione al professionismo”.
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