Aironi, il tribunale mette la parola fine alla vicenda: “fallimento”

Il Tribunale di Mantova ha decretato la fine di una storia breve e travagliata. E la G.I.R.A. ha diffuso un comunicato con un po’ di domande

Ieri il Tribunale di Mantova (Sentenza n. 103/2013) ha messo definitivamente la parola fine alla breve storia degli Aironi decretandone il fallimento. Chi reclamava crediti nei confronti della franchigia ora può dimenticarsi di poter riavere i soldi spettanti. Non che una settimana fa la situazione fosse diversa ma ora c’è una sentenza che non lascia più spazio ad alcun barlume di speranza. Una storia molto triste, comunque la si pensi sulla vicenda.
G.I.R.A. ha diffuso un comunicato in cui pone alcune domande al movimento e soprattutto alla FIR. Eccolo:

 

E’ finita la breve e travagliata storia degli AIRONI Rugby.

“Fallimento”, ha sentenziato l’altro ieri il Tribunale di Mantova (Sentenza n. 103/2013).

Ambizioni, progetti e speranze di un intero territorio definitivamente infranti.
E soldi, tanti soldi, persi…
A rimetterci sono in primis i giocatori, che non hanno ricevuto diverse tranche dei compensi dovuti. E così altrettante famiglie sono state private delle necessarie sostanze per pagare mutui, affitti, o anche solo per affrontare i costi della vita ordinaria. Eh si, lo si dimentica, ma nel rugby gli “stipendi” sono, in generale, quelli di uno sport dilettantistico…

Ad ogni buon conto, nella filiera delle responsabilità un solo soggetto è rimasto in campo, potenzialmente tenuto ad “aiutare” (forse a risarcire?) i giocatori: la Federazione Italiana Rugby.
Defunti gli Aironi, rimasti inavvicinabili i “garanti” di questi ultimi (nei confronti dei quali i giocatori non vantano azione diretta per far valere i propri diritti economici) chi avrebbe potuto, e magari dovuto, vigilare sulle Franchigie ammesse a partecipare alla RaboDirect Pro12? Possibile che non sussistano nel Bando della Celtic precise prescrizioni di fornire garanzie (bancarie o assicurative)? Possibile che, dimostrandosi le Franchigie italiane (per l’appunto) inadempienti, la F.I.R. possa ritenersi esentata dal rimediare, anche direttamente, alle relative conseguenze? Ha qualche valore la clausola contenuta nel contratto sottoscritto dai giocatori nella quale si indica che, in caso di subentro di altra Società sportiva, quest’ultima deve farsi carico di tutte le obbligazioni di quella sostituita nel Pro12?
Quante altre domande tempestano le coscienze…

La F.I.R., da quanto consta, si è effettivamente attivata in favore dei giocatori: onore al merito, ma non basta.
Non di sola “buona volontà” può vivere l’uomo, soprattutto di questi tempi.

Il mondo del rugby italiano, se ne è convinti, consoliderà nel prossimo futuro il suo “movimento dei forconi”.
Magari non tutti si sono accorti, visto che G.I.R.A. lavora sempre “sottotraccia”, del cambio di modus operandi dall’altra parte della barricata. I CROCIATI ne hanno avuto un assaggio. Ora è toccato agli AIRONI. Domani toccherà alla F.I.R.?

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