I boss di Cardiff e Newport si dicono perplessi dalle prese di posizione della federazione
Confusi, ingannati, perplessi. Questo significa in inglese la parola “mystified”. Così ha definito lo stato d’animo delle regions il CEO dei Cardiff Blues Richard Holland dopo che la federazione gallese ha fatto sapere che è pronta a dar vita a nuove franchigie. Probabilmente il significato più adatto alla situazione è il terzo, quel “perplessi” che ben si adatta alle parole del boss della squadra di Cardiff: “Abbiamo trattato per un po’ ma non sono stati fatti passi avanti in nessun senso. Abbiamo sempre voluto lavorare con la WRU e speriamo di trovare un compromesso che ci faccia superare l’impasse”.
Gareth Davies, omologo di Holland per i Newport Dragons dice di sperare in un accordo ma non esclude un epilogo in tribunale per tutta la vicenda: “Se si andrà per questa strada un giudice dell’Alta Corte che sta a Londra deciderà il futuro del rugby gallese. Non abbiamo potuto firmare il Participation Agreement perché la WRU al momento non è in grado di confermare o rinnovare la struttura delle competizioni della prossima stagione. Quell’accordo, firmato nel 2009, prevede un break dopo 5 anni e noi crediamo che ogni persona ragionevole sa che un break è un momento in cui puoi valutare il lavoro fatto e preparare quello da fare per i prossimi cinque anni. Non vogliamo andare da nessuna parte, vogliamo avere in mano il nostro destino e costruire il nostro futuro. Sono le regions ad aver creato i giocatori del Galles che hanno vinto negli ultimi 10 anni: non sono stati preparati negli stage della nazionale ma nei club del Galles, poi dalle regions e solo alla fine sono andati in nazionale”.
Oggi attesa riunione del board della WRU.
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