Minto a OnRugby: “Sono pronto al rientro”. Treviso e Italia sorridono

OnRugby intervista il giocatore del Benetton e della Nazionale e fa sapere di essere pronto al ritorno in campo già tra 7 giorni

ph. Sebastiano Pessina

“Dalla prossima settimana ogni partita può essere quella buona per il rientro, ovviamente non sta a me decidere ma io sono pronto”. Queste parole fanno la felicità degli appassionati di rugby tutti ma soprattutto quelli che tifano per il Benetton Treviso. E di sicuro mettono un po’ di buon umore anche a Jacques Brunel che per il Sei Nazioni potrebbe avere a disposizione quella che l’anno scorso si rivelò essere una pedina fondamentale nel torneo azzurro, perché a parlare è Francesco Minto.
Il seconda/terza linea del Benetton Treviso ha infatti concesso una intervista a OnRugby nel quale parla della sua situazione fisica, di Italia e del suo club. Iniziamo proprio dalle sue condizioni: “Sono finalmente a posto e pronto. Spero di giocare già la prossima settimana in Heineken Cup ma a decidere sarà lo staff tecnico. Il problema è superato, magari non del tutto ma si è sicuramente stabilizzato. In allenamento non ho alcun problema, non mi fa male e riesco a fare tutto. Ora bisogna vedere in gara perché quello è il test più importante, ma sono ottimista. E non vedo l’ora di tornare in campo”.

 

Siamo pronti a scommettere che speri in una convocazione azzurra per il Sei Nazioni: temi che il lungo stop la possa in qualche modo pregiudicare?
Bisognerebbe chiederlo al ct… Io spero di essere nel gruppo, sarebbe già un risultato importante. Magari Brunel mi chiama solo per aggregarmi e farmi fare qualche allenamento. La vedo un po’ più dura per le prime gare del torneo, ma la terza e la quarta si giocheranno tra oltre un mese. Vediamo. Comunque io penso a fare un passo alla volta, iniziamo con giocare qualche gara con il Benetton.

 

L’ultima volta ti abbiamo visto a Bormio, al ritiro di maggio prima del tour in Sudafrica. Era la fine di una stagione massacrante e i problemi alla cervicale iniziavano a farsi sentire: quanto è stata dura rimanere fuori così tanto?
Molto, vedere i tuoi compagni che lavorano e non poter essere con loro non è stato bello. Né con il Benetton né con la nazionale. Ho sofferto parecchio, ma è normale. Le ultime prove dell’Italia non sono state molto positive ma sono ottimista e il fatto che anche Treviso non sia andata bene in questa prima parte di stagione non è un caso.

 

Secondo te in quale maniera le due cose sono collegate?
Ci sono degli anni in cui spendi moltissimo, da un punto di vista fisico e mentale. Lo scorso anno siamo andati bene con il Benetton, anche se abbiamo lasciato per strada qualche punto di troppo che avrebbe reso la nostra stagione ancora più positiva. Questo però alla fine in qualche modo lo puoi pagare nella stagione successiva. Credo sia successo proprio questo: siamo arrivati davvero stanchi a fine stagione, svuotati, e questo si è riflesso anche nel gioco della nazionale. D’altronde il gruppo Benetton è numeroso.

 

Una situazione che poi è proseguita in qualche modo anche a settembre
Sì, non c’è solo l’aspetto fisico, ma anche quello mentale che influisce parecchio. E poi qui a Treviso si sono sommati anche altri aspetti tutti nostri…

 

Ti riferisci alla vicenda Franco Smith
Sì, è una cosa che ci ha condizionato, mi pare evidente. Ma intendiamoci: la nostra stagione fin qui non è stata segnata solo da questo, sono tanti gli aspetti che bisogna valutare. C’è stato un problema fisico e mentale generale, sul quale si è innestata la vicenda Smith che per quanto importante è stata solo un tassello. Evidentemente tra il coach e la società c’erano alcuni problemi ma la nostra stagione finora al di sotto delle aspettative non è dovuta a questo, o almeno non solo a questo. E’ un aspetto, ma non l’unico. E il sesto posto in Pro12 non è lontano, se invertiamo la rotta…

 

Ultima domanda: siamo a gennaio e sul futuro del nostro movimento regna ancora l’incertezza. Al di là delle coppe europee non si sa se l’esperienza celtica proseguirà anche per le squadre italiane. Come la vivete questa cosa?
Male, siamo tutti un po’ preoccupati. Non si può arrivare sempre in queste settimane o anche più avanti senza sapere che genere di stagione dovremo affrontare a partire da settembre. Anche negli anni scorsi molto spesso si è arrivati a febbraio o a marzo senza certezze: un giocatore, ma anche una società, ha bisogno di sapere prima le cose per poter fare le sue scelte. Anche perché con questa incertezza si rischia che tanti vadano via.

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