Dopo la Francia passiamo ai raggi x il Galles, primo avversario degli Azzurri e, nonostante tutto, favorito per la vittoria finale
C’è stato il tour dei Lions, che per loro è stato più logorante per la numerosa presenza di dragoni nella selezione. C’è la statistica secondo cui l’anno dopo il tour dei rossi il torneo è spesso cosa della Francia e c’e l’altra secondo cui nessuno ha mai vinto tre volte di fila. C’è una situazione interna difficilissima, ci sono numerosi top player in possibile partenza, e c’è che con ogni probabilità nessuna squadra gallese passerà il girone di Heineken. Dall’altra parte, però, ci sono 32 nomi che a leggerli fanno davvero paura: perché diversi sono tra i migliori in Europa (e alcuni nel mondo) nel loro ruolo, perché si conoscono molto bene, perché hanno dimostrato di saper vincere, perché hanno un modo di giocare più collaudato delle altre cinque, e last but not least perché sono allenati da Warren Gatland. Nella lista che abbiamo letto da qualche giorno ci sono anche infortunati (come Sam Warburton, Jonatahn Davies e Gethin Jenkins) e giocatori che hanno saltato i test di novembre (Jamie Roberts), ma la parola d’ordine di Gatland, a quanto pare, è stata continuità, con ben 28 giocatori su 32 presenti anche nel blocco dello scorso Sei Nazioni.
Per i gallesi a novembre due vittorie con Argentina e Tonga e due sconfitte a testa alta con Australia e Sudafrica. Se ripensiamo proprio al match con gli Springboks, perso 15-24, ci tornerà l’immagine di un Galles fisico e aggressivo, le cui folate in attacco si erano però scontrate contro una difesa ospite superba. Ecco, chi non difenderà sempre al 110% rischia di avere vita dura contro i dragoni. Che sanno segnare e colpire in tanti modi, partendo da lontano, affidandosi al pacchetto, sfruttando col piede di Halfpenny l’indisciplina ospite o impostando il multifase. Due i reparti che probabilmente mettono più timore: la terza linea, che schiera giocatori capaci di legare i due reparti, abili a cercarsi il lavoro sporco ma che non disdegnano il largo; e il triangolo profondo, che con Halfpenny, North, Cuthbert e i due Williams garantisce chili, velocità e capacità di saper colpire nel gioco rotto. Per gli azzurri, che scenderanno nella tana di Cardiff, sarà proprio importante non creare situazioni di gioco rotto, mantenendo la partita entro ritmi e binari “giocabili”. Altrimenti potrebbe essere marea rossa.
Comunque, la squadra di Gatland sembrerebbe un gradino sopra le altre. Un ostacolo da non trascurare sono però le trasferte, contro Irlanda ma soprattutto Inghilterra. E il match di Londra, in programma la quarta giornata, potrebbe risultare quello decisivo.
Di Roberto Avesani @robyavesani
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