Un campo ai limiti dell’impraticabilità ed assenze importanti hanno condizionato pesantemente gli arieti
Privi dei più forti ball carrier Ginofernando Giordani e Giuseppe Carotti, alle prese con guai muscolari e costretti ad affidarsi a giocatori “a mezzo servizio” come Francesco Rosati e Mirko Gentile, appena rientrati da lunghi infortuni e sicuramente non nella forma ideale, i ragazzi di Mario Pariboni hanno subìto il più pesante pacchetto avversario, dominante in mischia chiusa e nelle maul, ma riuscendo ad eseguire buoni automatismi in touche e nella pulizia delle ruck.
Pur se avvantaggiati dal maggiore peso dei propri avanti, gli abruzzesi sono però riusciti a concretizzare solo una meta, all’inizio del primo tempo, innescata da un errore difensivo degli amarantoceleste e un piazzato nel secondo tempo, portandosi sopra break.
Le pessime condizioni del campo, reso estremamente fangoso dalle ingenti precipitazioni di questi giorni, hanno influito molto anche sul gioco alla mano, creando problemi nella trasmissione e ricezione dell’ovale, nei numerosi tentativi di gioco al largo degli arieti, che forse avrebbero dovuto puntare di più sul possesso sicuro e sui pick and go, una volta palesate le difficoltà di handling.
Troppe infatti le azioni andate in fumo per colpa degli “in avanti” commessi nei tentativi di spostamento del pallone nel gioco al largo, soluzione usata molto meno dall’Avezzano.
Nonostante i tanti problemi, i reatini hanno continuato ad attaccare dimostrando comunque voglia ed impegno, guadagnando tante touche nei 22 metri avversari ma senza riuscire a concretizzare, fino all’89’, quando un calcio di punizione piazzato tra i pali dall’estremo Daniele Menè, ha permesso agli arieti di andare sotto break, guadagnando quantomeno un prezioso punto in classifica e rimanendo così a due lunghezze di vantaggio dall’Avezzano, esploso in festeggiamenti al triplice fischio, per una vittoria che forse non si aspettava.
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