Pro12, Treviso, contratti, accademie, Dogi e Lupi: intervista ad Alfredo Gavazzi

Il presidente FIR parla a OnRugby sul piano che proprio questo sito ha anticipato in esclusiva e che fa discutere il rugby italiano

ph. Sebastiano Pessina

“Ci sono due premesse da fare al piano organizzativo che ho in mente e che voi avete presentato: la prima è che non possiamo spendere 11 milioni di euro per due sole squadre, è il 25% del nostro bilancio. La seconda è determinata dal comunicato del Benetton Treviso con la posizione che ha conseguentemente assunto, un comunicato che ha accelerato certe scelte e il movimento che porta i nostri migliori giocatori all’estero: noi dobbiamo dare certezze e intervenire”.
La nostra chiacchierata con il presidente della FIR Alfredo Gavazzi inizia così. Il numero uno del rugby italiano non è uomo di grandi convenevoli, è persona molto diretta e dice le cose senza girarci troppo attorno. Nell’intervista Gavazzi conferma quanto anticipato domenica da OnRugby circa il piano che rimodellerà il movimento italiano, puntualizza molti aspetti e ci corregge invece per quanto riguarda le Accademie. Iniziamo.
Qual è la situazione della vicenda Pro12?
Dovevamo incontrarci questo giovedì con i nostri partner celtici ma il tutto è stato rimandato alla fine della prossima settimana. Quella riunione sarà determinante e definitiva: in un senso o nell’altro si chiude. La nostra posizione è chiarissima da tempo: non pagheremo più la famigerata tassa d’ingresso da 3 milioni e contribuiremo alla torta con i diritti televisivi per quella stessa cifra. Saremo soci alla pari e quindi anche nella suddivisione dei contributi e della gestione del torneo.

 

Con quali squadre? Le Zebre ci sono, l’altra invece…
In Italia dove si trovano gli stadi in cui si può giocare il torneo celtico? Treviso, Padova, Rovigo, Parma e Roma. Ho quindi incontrato le società che potrebbero essere interessate e cioè quelle laziali e quelle venete. Mi piacerebbe si potessero chiamare Dogi, nell’eventualità di una scelta veneta, o Lupi in caso ad essere preferita fosse l’opzione laziale.
Se dovessero dire sì non diventerebbero federali, come sono le Zebre oggi, ma ci sarebbe di sicuro un maggior coordinamento sulla parte tecnica. Se il Benetton Treviso non avesse preso quella posizione la situazione poteva essere diversa…

 

Il comunicato della società biancoverde però non è così “conclusivo”, ha margini di manovra molto ampi e sostanzialmente ribadisce che al 30 giugno il contratto che legava la squadra all’avventura celtica terminerà così come previsto. Sul proseguimento lascia porte molto aperte in realtà
Nel comunicato del Benetton Treviso si legge che il club “si dichiara disponibile  a considerare, ed eventualmente partecipare”. Eventualmente, non c’è alcuna certezza, si tratta di ipotesi e io devo andare avanti. Detto questo il Benetton non è fuori dai giochi come qualcuno ha scritto ma dipende solo da loro e dalla loro volontà di prendere parte a questo progetto. Noi comunque non possiamo fare altro che ribadire il nostro ringraziamento per quello fatto in questi anni.

 

Lei ha già detto che il bando non ci sarà, cosa invece fortemente invocata da Benetton Treviso e società venete
Il bando non ci sarà, non ci sono le condizioni per poterlo fare e i tempi sono troppo stretti: i tempi tecnici sarebbero lunghi e io devo cercare di fermare l’esodo dei nostri giocatori verso l’estero, il comunicato di Treviso ha accelerato questa cosa. Ma con il Benetton, se c’è la volontà anche da parte loro, i meccanismi si possono trovare velocemente. Per me Treviso è una risorsa, la più importante del nostro rugby.

 

Venerdì ha incontrato i presidente delle società venete dell’Eccellenza e ha illustrato loro il suo piano. Che risposte ha ricevuto?
A loro piacerebbe molto mettere in piedi i Dogi. E non nascondo che l’opzione veneta è primaria rispetto a quella laziale, perché non vogliamo e non possiamo dimenticare cosa significa il Veneto per il movimento italiano. Non possiamo dimenticare il passato e non vogliamo dimenticare quello che ha fatto il Benetton.

 

La franchigia romana dove giocherebbe? Il Tre Fontane è in mezzo a una battaglia di carte bollate probabilmente ancora lunga da superare
I Lupi giocherebbero al Flaminio.

 

Il Flaminio però, lavori di ristrutturazione a parte, sta per essere affidato alla Federcalcio che lo utilizzerà per le sue nazionali giovanili, o almeno così si dice
Sì, il Flaminio verrà dato in concessione alla FIGC, ma non dovrebbero esserci problemi ad averlo in prestito – se così si può dire – per le eventuali gare interne della franchigia celtica.

 

Le franchigie saranno controllate al 70% dalla federazione attraverso suoi capitali
Nelle due franchigie la federazione sarà presente sotto il profilo societario ma gli ambiti saranno ben distinti con il 30% privato a cui resteranno sponsorizzazioni, incassi di biglietteria e cartellonistica.
La federazione sarà invece determinante nella scelta dei manager, dello staff tecnico e nella scelta delle priorità dei giocatori.  In più il gioco dovrà essere confacente a quello della nazionale. Su questo voglio essere chiaro: non vogliamo comandare, ma vogliamo essere determinanti sotto l’aspetto tecnico.

 

La figura del ct della nazionale diventa centrale in questa maniera, una sorta di director of rugby di stampo anglosassone
No, non direi. O almeno non mi piace vederla così. Gli anglosassoni sono fin troppo rigidi. In quello che ho in testa il ct deve coordinare, non deve fare lui. Deve stabilire dei paletti, un range, entro il quale però le franchigie possono muoversi con libertà. Deve stabilire i binari.

 

Sulla stampa in questi giorni si è letto qua e là di contratti centralizzati
Quale stampa? I contratti centralizzati non ci sono e non ne abbiamo mai parlato. A volte si scrivono cose inventate

 

Un aspetto importante è quello delle Accademie
Sì, e qui devo correggervi. Oggi ce ne sono 9 che sono U18 e una U19. Nel futuro diventeranno dieci quelle U18 e due quelle U19: questo è un piano futuribile però, che non riguarda né questa stagione e nemmeno la prossima, non perché non lo vogliamo mettere in piedi subito ma per problemi di soldi e tempistica. Più avanti ancora vorremmo creare un’accademia U20 che raccolga tutti i ragazzi migliori delle due strutture U19 e far partecipare questa squadra al campionato d’Eccellenza, con le due U19 che invece prenderebbero parte al torneo di serie A1. Più avanti però. E i Centri di Formazione non verranno smobilitati.

 

Dopo le Accademie quale sarebbe la strada per i giovani che escono da lì?
I ragazzi verrebbero instradati verso le franchigie o l’Eccellenza. Vede, noi abbiamo un problema: i nostri giocatori U20 hanno poco minutaggio giocando nelle squadre di Eccellenza e stiamo parlando di ragazzi che poi vanno a giocare il Sei Nazioni e i Mondiali Juniores, per questo serve un’Accademia in Eccellenza. L’alternativa sarebbe quella di obbligare le società ad impiegare per un quantitativo di minuti prestabilito questi giovani, ma non mi piace obbligare nessuno.

 

C’è altro?
Sì, nel giro entra anche la nazionale Emergenti, che verrà allenata dai tecnici delle due franchigie: qui arriveranno i ragazzi dell’Eccellenza che fanno da permit player per le franchigie, allenandosi con le due squadre celtiche almeno una volta ogni due o tre settimane.
Preciso anche che non sono d’accordo con l’idea espressa dal Benetton di due accademie U22 o U23  agganciate direttamente alle franchigie perché toglieremmo all’Eccellenza un’altra sessantina di giocatori giovani impoverendo così il nostro massimo campionato che invece vogliamo rivitalizzare.

 

Un torneo che pensa a quante squadre?
Dieci. Poi per la prossima stagione bisogna vedere cosa succede con il Benetton , ma l’ideale è quello: dieci squadre.

 

Ultima domanda: che tempi si dà per concretizzare il progetto
Dobbiamo aspettare l’incontro con il board celtico dove si prenderà una decisione. Voglio poi ricordare che tutto quello di cui abbiamo parlato deve anche passare al vaglio del Consiglio Federale che deve dare il suo benestare o bocciare.
Poi dovremo creare una società privata dove far confluire FIR e i privati per la gestione delle due franchigie, ci vorranno dei tempi tecnici. Forse qualche settimana. Comunque l’importante è decidere e poi subito contattare e contrattualizzare i giocatori. In poche parole: il più presto possibile.

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