Partita gladiatoria della Union al ritorno sul terreno di Baité. Esce sconfitta, ma non demerita
Partita gladiatoria della Union al ritorno sul terreno di Baité. Esce sconfitta, ma non demerita. Giornata di sole splendente, anticipo di primavera, tanta concentrazione in campo per la prima uscita del 2014 della Union. È il sentito recupero contro i capolista del campionato, il Recco Cadetti. Quest’ultima sembra un po’ sfilacciata dopo l’inopinato passo falso di Cogoleto, mentre la Union viene da una bella vittoria in quel di La Spezia. Gli uomini di Flavio Perrone e Giandomenico Lisco sono caricati a mille, tutti o quasi disponibili. Per la prima volta vestono le nuove maglie, con il leone sanremese e il rapace imperiese. Toccante e maschia la consegna negli spogliatoi. Manca il tallonatore Barbotto, infortunato nella partita precedente. Una mancanza che ha il suo peso. Si è vista una partita di livello elevato, in ogni caso, con grande attenzione e grande intensità, che ha fatto piacere al folto pubblico accorso al Pino Valle. Non si sono viste certo le grandi giocate alla mano, ma il tutto è stato frutto delle tattiche accorte poste in campo. Tutta la prima parte della fase iniziale vive su spostamenti di fronte con i calci. La mischia di Recco appare subito temibile e si capisce: è ferma la serie A e così la prima e seconda linea degli squali sono di fatto le riserve della A. Un reparto che farebbe gola a ben altri livelli. La mischia della Union tenta di reggere, riesce a girare qualche possesso palla, muove gli assetti. Non è poco, ma non basterà. Quando si avanza e si ha l’opportunità si va per il macinato: Castaldo non mette una prima punizione, poi è la volta del centro Dal Piaz, che marca i primi tre punti. Sono il seguito di punti di incontro con fallo avversario, puniti severamente dall’arbitro. Allo stesso modo sono sanzionati le proteste. Ne fa le spese la seconda linea recchelina Maggi, mentre si apprezzano, fra gli avversari, gli uomini in mediana, Bertagnon e Tagliavini. Il giovane Federico Piana, pilone, regge botta con Coreddu e Di Franco in prima linea. Le palle non escono però mai pulite, nonostante il gran daffare di Masson, al suo esordio casalingo. La mischia soffre, ci sono i primi cambi già al 30’: Oreggia per Coreddu, che rientrerà nel secondo tempo e Salaris per un volenteroso Ferrua. Salaris farà una bella partita, con placcaggi precisi e belle portate del pallone. Si lotta su ogni ruck e ne fa le spese Minniti, colto con le mani nella marmellata: troppa indisciplina nei raggruppamenti spontanei e paga per tutti, 10 minuti fuori. È un peccato, perché la freccia sanremese stava diventando assai molesta per gli squali levantini. Questi, infatti, vorrebbero muovere i loro micidiali tre quarti, ma non riescono ad imbastire manovre di ampio respiro. Il punteggio è comunque risicato, quasi irreale per la categoria. 3-0 per la Union. Recco capisce che nel secondo tempo deve sfruttare le fasi statiche, dove appare più dotato. E così sarà. Federico Di Franco, leonino, lascia il posto di tallonatore all’esperto Nicola Berio, che si trova subito a suo agio, squalo tra gli squali. Purtroppo un tenuto di Masson viene fischiato e da 30 metri piazza il recchelino Cinquemani. Recco allora prova il colpo e la difesa della Union è buona, con placcaggi portati da tutti: capitan Novaro è un esempio e così “shining” Vazio e i tre quarti più sollecitati, con Pozzati e Roggero a dirigere l’orchestra. Le ali Mollo e Semeria tentano di riportare avanti la palla dopo i calci avversari, sempre ben giocati. Non è facile. Un tentativo di liberazione dei 22 metri della Union fallisce. De Masi, valido all’estremo, deve annullare. Mischia a cinque metri: il terreno di Recco. Due tentativi e due mischie travolgenti. La seconda costa la meta tecnica, che viene trasformata. Ci sono cambi significativi: Dal Piaz ha dato tutto, anche nel placcare, così come Minniti e si vedono Battistotti, Delbecchi al rientro e Bonavera. Sarà un azione conseguente ad una mischia che porta ancora punti alla Union, con un illuminante Castaldo che piazza. 6-10. Nei ribaltamenti di fronte successivi, sarà Vazio a fare fallo e ad uscire per 10 minuti. Cinquemani piazza ancora. Di solito, in questi casi, si prova il bersaglio grosso, ma Recco va per i punti. Segno di accortezza e rispetto. 6-13. Non è finita qui. Dopo una touche nei 22 ponentini, nuova mischia e nuovi guai per la Union: è ancora meta di gruppo, anche se schiacciata dal recchelino Tomarchio. La superiorità numerica a questo punto si fa sentire. Nonostante un assalto all’arma bianca portato da una combinazione Pozzati, Roggero, Semeria, il contrattacco porta alla meta del levantino Maggi, il quale comunque si prende i suoi canonici 10 minuti di espulsione da un arbitro alquanto fiscale. La Union vuole onorare il match e prova a segnare, porta il raggruppamento ordinato nel salotto buono avversario fino all’ultimo minuto. Recco schiuma di rabbia nel tentativo di segnare la quarta meta, quella del bonus. Non vi riuscirà, perché la superiorità numerica creata da un inesausto dinamismo verrà vanificata dal placcaggio definitivo di Castaldo, che si immola. Si conclude sul 23 a 6 per il Recco cadetti una partita di livello. Recco è la under 23 Elite dell’annata precedente: gente che ha sempre giocato a rugby, espressione di una scuola di enorme tradizione norditaliana, con grande insieme di squadra a livello tecnico. La Union ha dimostrato di essere un gruppo, con grinta, voglia, fiato. È stata punita a livello comportamentale e nelle fasi statiche. È un insegnamento per il futuro, che vuole dire già 2 marzo alle 14.30 contro i cadetti del Cus Genova: altro match di altissimo livello, da non perdere…
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