Indossare la fascia da capitano della nazionale e segnare una storica meta in un match del 6 Nazioni potrebbe farti montare la testa
Indossare la fascia da capitano della nazionale e segnare una storica meta in un match del 6 Nazioni potrebbe farti montare la testa. Invece all’indomani della partita fra Italia e Scozia, vinta dagli azzurrini per 32-13, Maicol Azzolini si presenta al campo Toti Patrignani di Pesaro con la solita umiltà, educazione e voglia di fare quattro chiacchiere e scherzare con gli amici. Eppure l’ultima partita per lui è stata speciale. E’ arrivato il primo successo nel 6 Nazioni, per di più segnando una delle quattro mete azzurre. Un risultato per cui non si monta minimamente la testa: “Abbiamo giocato molto bene nel primo tempo. Poi nel secondo abbiamo subito un calo più fisico che psicologico e chi è entrato dalla panchina è stato bravo a riportare la squadra sui livelli del primo tempo. Siamo andati molto bene anche nei calci di liberazione”. Se al termine delle scorse partite si era dato appena la sufficienza, questa volta con un gran bel sorriso si dà un voto un po’ più alto, “direi che un sette questa volta ci può stare” e vestito in jeans e maglione di lana, ricorda con piacere il completo indossato venerdì dopo la gara: “In under 20 come in prima squadra al terzo tempo si va in giacca e cravatta. Una cena di gala in cui si scambiano tutti i regali con la squadra avversaria. Poi c’è il terzo tempo non ufficiale, tutti in discoteca fino la mattina”.
Il ragazzo che sabato pomeriggio si è fermato a guardare i piccoli del minirugby che si divertivano a rincorrere l’ovale, come lui ha fatto il giorno prima con la maglia azzurra, è il solito Maicol, sicuro dei suoi mezzi e delle sue qualità, misurato nelle parole, da buon capitano e già ottimo rugbista. Solo gli occhi tradiscono la grande soddisfazione per la vittoria, con la mente che corre al tuffo nell’area di meta per schiacciare l’ovale: “La aspettavo da tanto e finalmente è arrivata. Merito dell’ala, che ha fatto una grande azione rompendo quattro placcaggi. Io ho solo dovuto correre e prendere la palla. Certo che se mi fosse caduta, Troncon mi avrebbe azzannato”. Maicol infatti non solo ha l’onere e l’onore di indossare la fascia da capitano, ma anche quello di esser allenato da Alessandro Troncon, 101 cap con la nazionale maggiore e senza dubbio il miglior mediano di mischia che la nazionale abbia mai avuto, stesso ruolo che oggi ricopre Maicol: “Mi dà un sacco di consigli nei momenti chiave ed è un tecnico che ripone grande fiducia in tutti noi. Allo stesso tempo però è davvero esigente nei miei confronti, sia perché conosce bene questo ruolo che perché sono il capitano e devo essere in grado di gestire la squadra”.
Una squadra che sembra seguire e non poco il giovane pesarese: “Venivamo da una settimana particolare, in cui gli allenatore ci hanno lasciato gestire a noi gli aspetti tecnico e tattici. Abbiamo analizzato la Scozia e riflettuto sugli errori commessi contro la Francia. Direi che il risultato è stato più che positivo. Ora dobbiamo imparare da questa vittoria, trovare continuità e cercare di fare bene in Irlanda e altrettanto il 15 marzo a Calvisano contro l’Inghilterra”. Tutto questo anche per prepararsi al meglio per i mondiali in Nuova Zelanda in programma dal 22 maggio al 23 giugno. Facile intuire che Maicol ci sarà anche nella patria degli All Black.
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