Stasera riunione delle prime cinque società venete che discuteranno del futuro nel Pro12. Vertice importante ma forse non decisivo
Benetton Treviso, Petrarca Padova, Rovigo, San Donà e Mogliano tutti riuniti intorno a un tavolo nella sede del Comitato Veneto di Silea. Tema dell’incontro il futuro celtico italiano, che pare ormai assodato che ci sarà ma in quanto alla forma siamo ancora in alto mare. La situazione è nota: il presidente FIR Alfredo Gavazzi ha colto al volo l’occasione rappresentata dal comunicato diffuso dal Benetton Treviso dopo la partita dell’Italia con la Francia per cercare di spaccare il fronte veneto facendo una proposta che comunque a quelle latitudini può piacere a diversi. Stiamo parlando di una franchigia che raccolga le principali società di quel territorio, franchigia che però nelle intenzioni del numero uno del rugby italiano dovrebbe essere a orte controllo federale (70-30 le proporzioni). Dal Veneto si sono finora interessati in ordine sparso e con diverse cautele, piedi di piombo insomma, ma si augurano un po’ tutti di avere maggiore autonomia.
Il primo tema da risolvere sarà quello della forma dell’eventuale franchigia: sarà una selezione guidata dal Benetton Treviso oppure una squadra in cui le posizioni saranno più “paritarie” sin dall’inizio? Le società più in salute, economicamente parlando, sono Treviso, Rovigo e Padova, anche se su piani diversi: quanto questo peserà negli equilibri? Treviso, comunque, nella normale logica delle cose dovrebbe essere il main-sponsor (chiamiamolo così) e almeno nelle prime due stagioni essere anche il principale fornitore di know-how celtico, ma la palla ovale ha degli strani e imprevedibili rimbalzi. A tutti infine piacerebbe un maggiore coinvolgimento anche di tutte le altre società venete che potrebbero mostrarsi interessate al progetto.
Ammesso e non concesso che poi la riunione di oggi si riveli decisiva, potrebbero servirne altre, bisogna poi vedere quale sarà la reazione del presidente Gavazzi. Possibile una soluzione di compromesso? Sì, anche se la sensazione è che la FIR sia magari disposta a cedere un po’ sul suo grado di controllo senza però passare la mano anche a fronte di un maggior impegno economico dei veneti. Un compromesso che potrebbe vedere anche l’accettazione di alcuni rappresentanti vicini a Gavazzi nel board della nuova franchigia senza però risultare “sgraditi” alle società: niente Rosolen, Bortolato o Checchinato insomma.
Una partita ancora tutta da giocare quindi, anche se su uno cosa siamo pronti a scommettere un euro: difficilmente le società venete romperanno il fronte comune degli ultimi due anni, magari non mancheranno frizioni e discussioni ma l’impressione è che quale che sia la proposta con cui usciranno dall’incontro sarà comune. Il tempo confermerà o smentirà questa impressione.
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