Una intervista in cui il presidente FIR parla anche del caso celtico. E “boccia” Checchinato, Rosolen e Casellato
Il presidente federale Gavazzi ha “rimbalzato” la stampa ovale di mezza Italia ma poi ha parlato con La Nuova di Mestre e Venezia. Una intervista interessante perché dice un po’ di cose sul caso celtico, ma non solo.
Ecco alcuni stralci:
Sul caso Celtico e la trattativa con il fronte veneto: «Mi sembra un’ottima cosa, c’è l’unità delle società e il pieno coinvolgimento di Treviso, mi sarebbe spiaciuto perdere un mecenate appassionato come Benetton. La mia disponibilità c’è, ci vedremo mercoledì. (…) E non ho preclusioni sulle quote. Su un punto non retrocedo: sul piano tecnico, gli obiettivi sono quelli Fir, il gioco va allineato alla Nazionale».
Sullo staff tecnico: «Troncon ha un suo percorso, Casellato non sta rispettando il patto di ferro con me. Di Green ho la massima stima. Checinato e Rosolen? No. Vorrei dare spazio e a persone nuove»
Caso Minto: «Sto incontrando persone qualificate per valutare la nostra stessa condotta, forse non siamo stati del tutto professionali. Servono rigore, attenzione, cautela”. Poi Gavazzi paventa la fine della carriera per Il ragazzo: “Nessuno se lo augura, ma per me rischia molto. Alla situazione medico assicurativa si aggiungono aspetti di responsabilità oggettiva e penale, in caso di infortunio, per il presidente della sua squadra».
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