Domani a Silea un nuovo vertice determinante. E tra le varie società coinvolte non c’è unità di vedute, come certifica una intervista
Più dell’incontro con Gavazzi di Calvisano per la nascita dei Dogi sarà determinante il vertice che si svolgerà domani a Silea con le realtà coinvolte, ovvero Benetton Treviso, Rovigo, Mogliano, San Donà e Petrarca Padova. Perché ancora prima di direttore sportivo, allenatore e magari qualche giocatore si parlerà di soldi e struttura societaria. E se l’idea di una rinascita dei Dogi piace quasi a tutti sul come farla ci sono differenze, anche di non poco conto, perché le posizioni economiche di partenza sono molto diverse.
A far emergere queste differenze di vedute è una intervista che il presidente del San Donà Sandro Trevisan ha rilasciato a Il Gazzettino: «Tutti dicono Dogi fatti. Io ci andrei cauto. A livello sportivo si è trovata l’unità d’intenti. A livello di struttura societaria siamo su posizioni diverse. Bisogna trovare un’idea comune su cui fare nascere la società e mi pare non ci siamo ancora». Il dirigente non lo dice, ma si riferisce alle parole del presidente del Benetton Amerino Zatta che ha detto chiaro e tondo che chi prenderà parte ai Dogi lo farà da posizioni egualitarie. Tutti cioè devono mettere la stessa cifra, circa 400mila euro, e non tutti se la possono permettere: «San Dona in questo momento non può distogliere energie dalla società – dice Trevisan – pena tornare a giocare in serie B. Ben vengano se ci sono dei mecenati, io non posso permettermelo».
Il numero uno del San Donà rilancia poi l’ipotesi di un Benetton che faccia da apripista, ma non sembra crederci poi molto: «Facendo le cose in fretta, com’è necessario visto i tempi stretti per allestire la squadra, si rischia di farle male. Meglio se Treviso fosse partita da sola e gli altri club si fossimo aggregati in seguito, nei tempi e modi più opportuni. Ipotesi di transizione emersa nel primo incontro a Silea che mi trovava d’accordo. Ma vedo che la maggioranza vuole partire subito».
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