Il ct Joe Schmidt siede sulla panchina dei verdi solo da una manciata di partite ma ha già plasmato la sua squadra
DUBLINO – Magic man, champion. I media irlandesi festeggiano la vittoria nel Sei Nazioni 2014 come l’addio perfetto alla nazionale di Brian O’Driscoll. Il teatro è ancora lo Stade de France, dove il centro si impose all’attenzione del mondo nel 2000 segnando tre mete e conducendo i verdi la prima vittoria in Francia dal 1972. Stavolta il campione che indossa la maglia verde numero 13 per l’ultima volta, vince ancora a Parigi e alza il secondo trofeo del Sei Nazioni della carriera. Però mentre BOD twitta che è difficile togliersi la maglia verde e nei pub birra e whiskey scorrono a fiumi, si cerca di analizzare la vittoria della squadra da un punto di vista più tecnico e meno emotivo. Manca poco alla coppa del mondo del 2015, un appuntamento che il rugby irlandese aspetta per diventare definitivamente grande. Questa vittoria aumenta la fiducia che i verdi hanno in sé stessi, non solo per la vittoria ma per quello che in queste cinque partite si è visto… e per quello che non si è visto.
Innanzitutto la vittoria irlandese è la vittoria di Joe Schmidt. L’allenatore neozelandese ex Leinster ha dato alla squadra la sua impronta in poche partite. Compresi i test match di novembre, siede sulla panchina dei verdi da otto partite e ha già vinto un trofeo importantissimo. La prestazione di Parigi è stata “un’amalgama di invenzione, concentrazione ed esecuzione”, ha scritto l’Irish Times, sottolineando fra i meriti i “pochi errori nel controllo di palla”, cioè l’errore che è stato finora una costante nella stagione di Leinster, la Provincia di moltissimi nazionali. L’allenatore ha trasmesso la propria maniacale attenzione ai dettagli a tutto il gruppo; il risultato è la crescita mostrata da alcuni giocatori nel corso del torneo: Trimble, O’Mahoney e Kearney sono in questo senso un esempio chiarissimo.
L’altro motivo di ottimismo deriva dalle assenze. L’Irlanda ha vinto il 6 nazioni senza Tommy Bowe, Simon Zebo e Sean O’Brien. I primi due erano stati due dei migliori nelle precedenti edizioni, il terzo è da tempo uno dei pilastri della squadra. Se Schmidt risucirà a far migliorare anche questi tre, soprattutto i primi due, nell’autunno 2015 l’Irlanda potrebbe divertirsi davvero. Almeno questo è ciò che si augurano nell’isola di Smeraldo.
di Damiano Vezzosi
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