Irlanda, un Sei Nazioni che apre nuove vie. Nonostante l’addio di BOD

Il ct Joe Schmidt siede sulla panchina dei verdi solo da una manciata di partite ma ha già plasmato la sua squadra

ph. Sebastiano Pessina

DUBLINO – Magic man, champion. I media irlandesi festeggiano la vittoria nel Sei Nazioni 2014 come l’addio perfetto alla nazionale di Brian O’Driscoll. Il teatro è ancora lo Stade de France, dove il centro si impose all’attenzione del mondo nel 2000 segnando tre mete e conducendo i verdi la prima vittoria in Francia dal 1972. Stavolta il campione che indossa la maglia verde numero 13 per l’ultima volta, vince ancora a Parigi e alza il secondo trofeo del Sei Nazioni della carriera. Però mentre BOD twitta che è difficile togliersi la maglia verde e nei pub birra e whiskey scorrono a fiumi, si cerca di analizzare la vittoria della squadra da un punto di vista più tecnico e meno emotivo. Manca poco alla coppa del mondo del 2015, un appuntamento che il rugby irlandese aspetta per diventare definitivamente grande. Questa vittoria aumenta la fiducia che i verdi hanno in sé stessi, non solo per la vittoria ma per quello che in queste cinque partite si è visto… e per quello che non si è visto.

 

Innanzitutto la vittoria irlandese è la vittoria di Joe Schmidt. L’allenatore neozelandese ex Leinster ha dato alla squadra la sua impronta in poche partite. Compresi i test match di novembre, siede sulla panchina dei verdi da otto partite e ha già vinto un trofeo importantissimo. La prestazione di Parigi è stata “un’amalgama di invenzione, concentrazione ed esecuzione”, ha scritto l’Irish Times, sottolineando fra i meriti i “pochi errori nel controllo di palla”, cioè l’errore che è stato finora una costante nella stagione di Leinster, la Provincia di moltissimi nazionali. L’allenatore ha trasmesso la propria maniacale attenzione ai dettagli a tutto il gruppo; il risultato è la crescita mostrata da alcuni giocatori nel corso del torneo: Trimble, O’Mahoney e Kearney sono in questo senso un esempio chiarissimo.

 

L’altro motivo di ottimismo deriva dalle assenze. L’Irlanda ha vinto il 6 nazioni senza Tommy Bowe, Simon Zebo e Sean O’Brien. I primi due erano stati due dei migliori nelle precedenti edizioni, il terzo è da tempo uno dei pilastri della squadra. Se Schmidt risucirà a far migliorare anche questi tre, soprattutto i primi due, nell’autunno 2015 l’Irlanda potrebbe divertirsi davvero. Almeno questo è ciò che si augurano nell’isola di Smeraldo.

 

di Damiano Vezzosi

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