Il presidente del club rossoblu respinge tutte le critiche dopo la conclusione della vicenda celtica che ha sorriso al Benetton
“Tanti dicono che Rovigo è la grande sconfitta di queste ultime settimane di discussioni celtiche. Beh, non mi pare proprio che sia così. Intanto non ero in competizione con nessuno, non c’è mai stata una corsa. Mi è stato chiesto se ero disponibile a fare qualcosa nel caso in cui Treviso e FIR non avessero trovato un accordo. Io ho detto di sì, ma ero in subordine prima e in subordine sono adesso. Ma quale sconfitta…”. Il presidente del Rovigo Francesco Zambelli parla con OnRugby 24 ore dopo la riunione di Calvisano che ha dato il via libera celtico al Benetton Treviso, una decisione giunta al termine di una giornata in cui tutto sembrava sorridere all’opzione Rovigo. Tanto che a caldo, subito dopo la diffusione del comunicato FIR, Zambelli aveva detto : “E’ andata a finire che ho tirato due volte la volata a qualcun altro. Pazienza”.
Parole confermate dal patron rossoblu anche a questo sito: “E’ vero che ho tirato per due volte la volata a qualcun altro, alla fine lo dicono i fatti. Ma non è stata una mia decisione. Mi ripeto: ero in subordine e mi sono messo a disposizione. Credo dovrebbero farmi un monumento: se sono servito a qualcuno per accettare più miti consigli… A me interessa poco se la FIR ha ottenuto quello che voleva dal Benetton o viceversa, se Gavazzi è riuscito a entrare dentro Treviso o se Zatta ha ottenuto ciò che voleva mantenendo l’autonomia, sono cose loro. Io so che non devo rimproverarmi nulla e sono molto contento di aver fatto quello che ho fatto. E sono ancora convinto che la mossa di mettere in campo i Dogi sia stata fondamentale per uscire dall’impasse in cui eravamo finiti. E la scelta del Benetton è un passo sulla strada che porta a una vera franchigia veneta”.
Circolano voci infine di possibili dimissioni in seguito a quanto avvenuto, ma Zambelli smentisce: “Faccio il presidente da tanti anni, è normale che uno faccia dei bilanci. Io credo di aver fatto molto per questa società, soprattutto negli ultimi tempi, ho creato un club moderno, ma non sarà certo questa vicenda a spingermi a lasciare. Il problema è un altro: l’Eccellenza è un torneo che può costare molto e che non porta grandi soddisfazioni economiche. Se dovessi accorgermi che questo stato di cose non dovesse cambiare, beh, qualche domanda dovrò farmela“.
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