Si giocherà a Parma. E la FIR sta pensando all’affiliazione di un movimento che si sta espandendo velocemente
A fine maggio a Parma di terrà un’amichevole molto particolare che potrebbe fare da volano a un movimento in forte crescita. Il comunicato:
Se il Rugby è lo sport che ha riunito il Sud Africa dei bianchi e dei neri e l’Irlanda cattolica e protestante nei colori di un’unica maglia, il Wheelchair Rugby Sevens è in assoluto lo sport che supera qualsiasi barriera, e ne darà prova il prossimo 31 maggio a Parma in un incontro amichevole tra Italia ed Inghilterra.
Al di fuori di ogni categoria di età, sesso o abilità, il rugby seven in carrozzina è la nuova frontiera dell’integrazione, in quanto permette democraticamente a giovani e anziani, uomini e donne, abili e disabili, di cimentarsi in uno sport dinamico che segue in toto le regole del rugby superando tutte le differenze, proprio per mezzo della carrozzina, che pone tutti sullo stesso piano.
Inventato dal francese Wally Salvan nel 2011, il Wheelchair Rugby Sevens si differenzia profondamente dal già esistente Murderball, il rugby in carrozzina che si gioca con la palla tonda e ha le regole più simili al basket. Nel Wheelchair Rugby Sevens il parallelismo con lo sport di capitan Parisse è totale: la palla è ovale e si passa solo indietro, si gioca con mischie ordinate e maul, e dona una speranza a chi il rugby a 15 non può più praticarlo.
“Sono tornato a vivere le emozioni di una volta – afferma Roberto Scagnoli, ex rugbista a 15 di Rieti e ora giocatore e promotore di questo sport, dopo aver perso un arto a causa di un incidente stradale – sono tornato competitivo grazie alla fisioterapia effettuata presso il Centro di riabilitazione Santa Lucia di Roma, che ci ha anche messo a disposizione la palestra per gli allenamenti. Insieme al francese Wally Salvan e ad Antonio Busso di Torino stiamo sviluppando un movimento che raccoglie adesioni ad una velocità impressionante, tanto che a giugno andremo già a giocare a Parigi il secondo Sei Nazioni, organizzato e gestito, purtroppo, in forma privata”.
A spiegarci il perché è proprio l’ideatore, il francese Wally Salvan: “Ad un anno dal primo Sei Nazioni e dopo diversi incontri con la dirigenza dell’International Wheelchair Rugby Federation, stiamo ancora aspettando l’affiliazione, nonostante le lettere di rassicurazione. Siamo convinti – prosegue Salvan – che questa arrivi comunque in tempi brevi perché la Federazione internazionale è impressionata dalla velocità con la quale il movimento sta prendendo piede. Per adesso però siamo costretti ad autofinanziarci e a cercare sponsor privatamente, soprattutto per realizzare il nostro brevetto di carrozzina in plastica monoscocca, leggerissima, resistentissima e dal costo pari a un decimo delle carrozzine in metallo. Un progetto che cambierà la vita degli sportivi in carrozzina, una volta realizzato lo stampo che ne permetterà la produzione”.
Anche la Federazione Italiana Rugby non rimane impassibile davanti ad una valida e meritevole iniziativa e lo dimostra attraverso le parole del direttore responsabile del rugby di base Francesco Ascione, che assicura la sua presenza all’incontro internazionale del 31 maggio a Parma: “La Federazione è sensibile ad ogni iniziativa sportiva o sociale che riguardi il rugby; diamo sostegno a una squadra di carcerati che milita in campionato con il permesso speciale di giocare tutti gli incontri in casa, supportiamo il campionato di Murderball in carrozzina e stiamo lavorando anche per la prossima affiliazione del Wheelchair Rugby Sevens. A prescindere che si giochi con gli scarpini o in carrozzina, la Federazione sostiene ogni situazione in cui ci sia una palla ovale da portare in meta con un compagno in sostegno”.
“Basta guardare i video su Youtube per appassionarsi a questo sport – sottolinea il torinese Antonio Busso, promotore del Wheelchair Rugby Sevens, dopo tanti anni nel mondo del basket in carrozzina – Il nostro obiettivo è quello di coinvolgere il mondo dell’associazionismo legato alle disabilità e le migliaia di società rugbistiche presenti in Italia, affinché maturino la sensibilità che permetta agli atleti disabili e agli ex giocatori impossibilitati a continuare l’attività sportiva per infortuni di qualsiasi natura, di tornare a vivere l’agonismo della palla ovale”.
Appuntamento quindi al 31 maggio a Parma, dove la nazionale Italiana di Wheelchair Rugby Sevens incontrerà la rappresentanza inglese in un test match, di preparazione al Sei Nazioni di giugno.
Matteo Carrozzoni
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