Lavori in ritardo, infrastrutture che ancora non ci sono: il rugby – ma non solo – comincia a temere per i Giochi brasiliani
Al momento siamo alla fase delle minacce velate e le parole di Brett Gosper per quanto dure sono “solo” un avvertimento, ma il CEO dell’International Board ha fatto capire che non si vuole trovare – ed è in buona compagnia – nella situazione in cui versano ora gli organizzatori del Mondiale di calcio di questa estate che si terrà in Brasile: perché anche i lavori in vista dell’appuntamento olimpico dell’estate 2016 quando i Giochi sbarcheranno a Rio de Janeiro sarebbero in pesante ritardo.
E cosa ha detto Gosper? Come rivela in esclusiva il Telegraph, l’IRB la scorsa settimana ha partecipato a un incontro con i massimi dirigenti mondiali delle 18 federazioni sportive coinvolte nell’appuntamento che si sono tutte dette preoccupatissime. Il rugby però è alla sua prima apparizione da molti decenni a questa parte e lo farà per la prima volta in assoluto con la formula del rugby a 7: “Non abbiamo un’altra possibilità di fare bella figura per la prima volta. Per noi è importantissimo – ha detto Gosper al quotidiano britannico – che tutto sia pronto così come programmato. Siamo preoccupati soprattutto – ma non solo – per le infrastrutture, i trasporti pubblici che dovrebbero portare squadre, atleti e pubblico nei luoghi dove si terranno le gare”.
L’IRB fa sapere che nei prossimi sei mesi le federazioni manterranno un presidio stabile nell’area di deodoro, il cuore dei Giochi 2016, per tenere l’organizzazione e il governo brasiliano sotto continua pressione.
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