Un obiettivo per la Union ? Berio docet: “Si può fare, c’è tanta voglia nel gruppo e ho ancora cose da dire”. Festa finale, ma gli allenamenti continuano
Domenica 27 aprile, campo Pino Valle di Baité, perturbazione primaverile in atto, con pioggia a tratti ed aria fresca. Campo in condizioni precarie come al solito, però almeno si cade sul morbido. Quando non è erba, è fango. La Union deve agganciare il terzo posto, al termine di un torneo con un paio di passi falsi, ma durante il quale il coach Perrone, sostenuto dalla società quale franchigia del Ponente ligure, ha formato sempre di più un gruppo giovane e promettente. Homenaje dello squalo Berio, che per la giornata ha gli onori del capitano. Ed è temuto il Cogoleto, che nel girone di ritorno ha vinto tutte le partite rimontando la classifica. Cogoleto che già era stato dominatore nel recente passato, ma che si presenta alquanto incerottato: manca tre terze linee di spessore, mancano un paio di piloni. La panchina è corta, anzi, di fatto non c’è. Mentre la Union può schierare ricambi di lusso, con il gradito ritorno del tallonatore Barbotto. Sono fuori Dalpiaz e Minniti per infortunio. Castaldo è della partita con un polpaccio in via di guarigione. Miracolato. La Union gioca i primi dieci minuti da favola. La mischia stessa, croce della stagione, emerge con una rinnovata esperienza producendosi in maul avanzanti degne di nota. Al terzo minuto sarà proprio Berio, il man of the match putativo, a coronare una splendida carriera con una meta nel suo stile, di forza, senza assistenza e con un paio di avversari attaccati come lamprede. Battistotti non trasforma, era angolata. Il “Cogo” si fa sotto, ma molti giocatori vengono assorbiti nei raggruppamenti spontanei. Ancora la Union percuote e conquista un piazzato sui 25 metri. Calcia Castaldo e non sbaglia: un mancino creativo. Un’azione che cosa il sacrificio di Felipe De Castro, uno dei giocatori più produttivi dello scorcio finale di stagione. Tanto ghiaccio per cominciare, ma rimane in campo, stentoreo. A questo punto, prima svolta della partita: il seconda linea Margielli del Cogoleto accusa dolori al gluteo. È già abbondantemente fasciato. In 14 non si può giocare e rimane in campo per onore, di lato. Anche De Castro non ce la fa ed entra il tignoso Manganello. Farà il suo, come al solito. C’è molta contesa sui punti di incontro. La Union è arrembante, forse troppo. Ne fa le spese da un lato Novaro, che si prende i suoi dieci minuti fra i cattivi, ma anche il talentuoso mediano d’apertura avversario, Causa: spalla in disordine, anche lui in campo per onore di firma e le conseguenze si vedranno nei calci. La Union si perde un po’, ramazza, ma raccoglie. Da un calcio libero per un soprannumero del Cogoleto in touche nasce l’azione selfmade del solito Pozzati. Quante ne abbiamo viste quest’anno. Calcio e caracollo. Difesa imbambolata, forse ammaliata e il biondo locale pone in mezzo ai pali. Castaldo rifinisce con la trasformazione. 14-0. Masson ha parlato alla squadra prima del match: sarà lui l’immediato futuro, sa che c’è da lavorare, lo spirito è quello giusto, ma il Cogoleto non fornisce più stimoli. Tenta di giocare, ma idee, forze e spirito sono ammainati. Prima della fine del primo tempo entra Ferrua per Vazio, a corto di allenamento e scintilloso come al solito. Fine. Perché il capitano del Cogoleto si avvia dall’arbitro per dichiarare la resa cause forza maggiore: in 13 non si può giocare, rischio inutile e partita comunque persa. Peccato per chi aveva voglia di rientrare nei ranghi: in panca c’era sostanza, con Oreggia, Mollo, Del Bon, “Gandalf” Gandolfo, Antonello Lisco dioscuro di Giandomenico a bordo campo assistant coach…e i già nominati Barbotto, Ferrua e Manganello. Il tecnico del Cogoleto guarda al futuro, avendo tre di classe 1995 in campo. Così la Union, che si fa sempre più internazionale, anche in vista del prossimo torneo giovanile Pino Valle, nel fine settimana a venire. Union che in fondo è solo dietro ad un convincente Savona, squadra che si andrà a giocare i playoff per la serie B. Nientemeno. Un obiettivo per la Union ? Berio docet: “Si può fare, c’è tanta voglia nel gruppo e ho ancora cose da dire”. Festa finale, ma gli allenamenti continuano.
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