L’impianto non potrà ospitare il rugby. La decisione è del Consiglio di Stato, il Comune non ha potuto far altro che prenderne atto
Lo abbiamo scritto a marzo, ora c’è solo il timbro dell’ufficialità: il Vigorelli di Milano non sarà “aperto” al rugby. Il Comune di Milano non ha potuto fare altro che prendere atto della decisione del Consiglio di Stato che ha bocciato il piano che l’amministrazione aveva proposto perché andava a toccare in profondità una struttura vincolata dalla legislazione che interessa il patrimonio storico.
Palazzo Marino ha quindi dovuto dare vita a un “piano b” di ristrutturazioni limitate (3 anni di lavori), che manterranno stabilmente la pista da ciclismo (inutilizzata da molti anni , va detto: il piano comunale ne prevedeva una semovibile che avrebbe consentito anche di giocare partite di rugby ufficiali). L’unica contenta sarà la cassa del Comune, che vedrà un esborso di 5 milioni al posto dei 14 previsti.
C’è chi contesta – non manca mai- ma siamo di fronte a un conflitto di competenze che, come dicevamo, ha visto soccombere il Comune con il parere negativo del Ministero dei Beni Culturali prima e del Consiglio di Stato poi che hanno messo inevitabilmente la parola fine alla vicenda: una qualunque amministrazione comunale non può fare altro che sottostare alle decisioni di quegli enti. Il resto sono chiacchiere e polemiche fini a se stesse.
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