Analizziamo la stagione delle formazioni giovanili del Padua Rugby Ragusa insieme al direttore tecnico Peppe Gurrieri
Con i campionati che si sono chiusi domenica scorsa e in attesa dei play off per la promozione in serie A, che vedranno impegnate Cus Roma e Frascati, e dello spareggio tra Padua Rugby Ragusa e Arieti Rieti, che stabilirà chi seguirà l’Avezzano in serie C1, approfittiamo della domenica di pausa per analizzare con Peppe Gurrieri, direttore tecnico della società iblea, nonché allenatore della formazione Under18 paduina, la stagione delle giovanili biancazzurre.
Peppe, iniziamo dai più piccoli?
D’accordo, iniziamo dall’Under14 che ha fatto un buon campionato. Eravamo partiti non benissimo, per l’ormai abituale carenza di giocatori a inizio stagione, ma poi pian piano i ragazzini sono arrivati e nel corso dei mesi, grazie ai nostri allenatori, sono anche cresciuti dal punto di vista tecnico. Siamo così arrivati, a fine stagione, a giocarcela alla pari con tutte le altre squadre. Questo è positivo per il nostro futuro, però bisogna migliorare dal punto di vista organizzativo perché non possiamo più permetterci di iniziare la stagione con un mese, un mese e mezzo di ritardo. Ma lavorando come si è lavorato ultimamente, non si può che fare sempre meglio.
Poi c’è l’Under16, che ha quasi “rischiato” di vincere il campionato.
Sì, per i ragazzi di coach Maugeri quella appena finita è stata una grandissima stagione. Peccato per le ultime due sconfitte, che hanno compromesso la vittoria finale, soprattutto per quella in casa con l’Iron Team di Palermo, ma anche così resta sempre pur un campionato eccezionale. Soprattutto in considerazione della situazione in cui si era partiti. Il lavoro fatto da Giuseppe Maugeri è stato enorme. Ha preso dei ragazzi che quasi non conoscevano il gioco del rugby e ne ha fatto una squadra che fino alla penultima giornata era in corsa per vincere il campionato di categoria.
E adesso parliamo dell’Under18, la tua squadra, quella che, quando era in lotta per il titolo, ha dovuto rinunciare ai suoi pezzi migliori, che sono stati chiamati a rinforzare la rosa della squadra Senior.
È evidente che le scelte societarie non mi hanno fatto piacere, ma mi sono stati chiesti dei ragazzi e io ho risposto “obbedisco!”. Diciamo che in questo modo ho avuto la possibilità di provare la squadra che in buona parte giocherà il prossimo anno. Nonostante le assenze forzate, anche il bilancio di questa selezione è positivo: siamo arrivati terzi a soli tre punti dalla vetta. Mi chiedo dove saremmo potuti arrivare se avessi potuto contare su tutto l’organico.
Peppe, la stagione si è chiusa. È già tempo per iniziare a pensare alla prossima o è ancora presto?
No, non è assolutamente presto, perché se si vuole fare bene bisogna programmare per tempo. Oramai aspettiamo di conoscere l’esito dello spareggio di domenica prossima e poi ci siederemo attorno a un tavolo per pensare a come organizzarsi per la stagione 2014/2015. Io le mie idee le ho ben chiare e le proporrò alla dirigenza quando sarà il momento.
Ci vuoi accennare qualcosa?
No, mi sembra più corretto parlarne prima con i dirigenti.
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