Fanno discutere i documenti diffusi da un gruppo anonimo. Il presidente FIR non vìola nessuna norma, ma basta?
Ieri sera vi abbiamo raccontato del “caso conflitto d’interessi” che riguarderebbe il presidente Alfredo Gavazzi: il numero uno della federazione detiene infatti ancora oltre il 20% del Calvisano, club che ha contribuito a fondare ormai oltre 40 anni fa. Da un punta di vista normativo il caso non esiste: Gavazzi secondo le regole FIR e CONI (che non ha scritto lui) non vìola nessuna regola ed è quindi legittima la sua posizione.
Ma come dicevamo nell’altro articolo rimane l’aspetto puramente etico della vicenda, che non è affatto detto che sia secondario. Su questo aspetto oggi la Gazzetta dello Sport pubblica un articolo in cui si sottolinea che “il fatto che sia ancora così coinvolto nel club di provenienza appare decisamente sconveniente”.
Il quotidiano riporta anche la difesa dello stesso Gavazzi, ne riportiamo alcuni stralci:
«Ho nulla da nascondere, ho sempre agito alla luce del sole e nel pieno rispetto delle regole. Tra l’altro non vedo perché chi lavora per la federazione non possa anche avere un ruolo in un club, da dove tutti proveniamo. Anzi, nel prossimo statuto, almeno per i consiglieri, cercherò di avvallare la possibilità. (…) E se vogliamo proprio dirla tutta, si sappia che quando in consiglio federale si parla di Calvisano, io mi alzo ed esco»
L’affermazione in chiusura in questi ultimi 20 anni l’abbiamo sentita spesso per ben altri argomenti extra-sportivi, e ci è sempre apparsa molto debole. Anzi, la cosa potrebbe essere ribaltata e quella stessa frase potrebbe diventare la rappresentazione plastica di un conflitto d’interessi, almeno potenziale.
Il tema comunque rimane: Gavazzi non vìola nessuna regola ma forse le regole in vigore non sono il massimo. Forse chi deve decidere le sorti di un movimento non deve avere alcun legame con nessuna realtà particolare per evitare qualsiasi sospetto di favoritismi a qualunque livello. Questo però è un problema che dovrebbe affrontare in primis il CONI, o – motu proprio – lo stesso presidente FIR (chiunque si sieda su quella poltrona).
Gavazzi non esclude di proseguire per vie legali contro chi lo accusa.
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