Il presidente del Benetton fa sapere come è andato il vertice con il numero uno FIR. E apre scenari nuovi sui permit players
Una settimana decisamente complicata. Prima l’incontro di Milano per la presentazione del tour nel Pacifico della nazionale azzurra, poi le dichiarazioni di Gavazzi della scorsa domenica e infine quelle rilasciate ieri. Poi, sempre nel pomeriggio di martedì, l’incontro tra Alfredo Gavazzi e Amerino Zatta. OnRugby ha contattato il presidente biancoverde
Come è andato l’incontro?
Abbiamo più che altro fatto una chiacchierata per cercare di inquadrare al meglio il discorso e cercare di trovare quel minimo comune denominatore che dovrebbe esserci tra due persone o due realtà che intendono collaborare. Dobbiamo trovare il feeling giusto che permetta a entrambi di capire cosa significa la parola “collaborare” per l’altro, perché sa, quella parola può voler dire tutto e il suo contrario, le sfumature sono tante. Solo il tempo ci permetterà di capire quanto uno vuole entrare nella sfera di azione dell’altro o quanto vuole tenersene fuori. Sono fiducioso e ottimista.
Questa cosa non era quindi stata chiarita prima, voglio dire, non vi eravate seduti attorno a un tavolo e non si era detto “il giocatore X vorremmo che venisse o restasse da voi”? Né da parte vostra né da parte della FIR…
Assolutamente no, c’era stato un discorso di principio ma niente di tutto questo. Ieri abbiamo cercato di entrare un po’ più nello specifico e Gavazzi mi ha detto che non vuole scegliere per noi ma vuole conoscere i nostri intendimenti sui nazionali. C’è da dire che dobbiamo anche capire quale è la definizione esatta di nazionali, perché ci sono quelli che sono già nel gruppo e quelli che potrebbero entrarci e non non conosciamo le idee di Brunel in merito.
Il “caso Bernabò” è particolare, è un bravissimo ragazzo a cui siamo legati ma ha 30 anni e abbiamo scelto per quel ruolo opzioni più giovani. Ora faremo una nuova riflessione ma la nostra intenzione sarebbe quella già esplicitata. Comunque ieri non abbiamo fatto nessun tipo di promessa al presidente Gavazzi e lui non ci ha chiesto nulla in merito.
Settimana scorsa era stata una dichiarazione di Jacques Brunel a dare il via alle polemiche degli ultimi giorni, il ct aveva detto chiaro e tondo che lui da Treviso non aveva nessun tipo di notizia…
Ieri ho cercato di capire come mai è uscito questo tipo di problema. Il presidente Gavazzi mi ha detto che la stampa aveva travisato un po’ le dichiarazioni del ct…
No, mi scusi, ero presente alla conferenza stampa e Brunel si è espresso esattamente in quei termini
Io ho detto al presidente federale che non ero presente e che mi sono limitato a leggere i resoconti. E Gavazzi è comunque buon testimone del fatto che una settimana prima avevamo fissato un incontro con Jacques Brunel alle 14, poi in Italia è arrivato David Jordan del board celtico e abbiamo dovuto incontrarlo a Bologna a quella stessa ora. Abbiamo proposto a Brunel di anticipare il nostro vertice al mattino o al pomeriggio ma lui ci ha detto che non era più interessato, forse si è offeso, non so, ma io ne ho preso atto.
E’ venuto altre volte a Treviso per verificare le condizioni dei giocatori e non c’è stato nessun tipo di problema. Se lui non era interessato a incontrarci però poi non può dire le cose che ha detto a Milano, non può dire che Benetton non vuole fargli sapere le cose o che non ha idea di quello che vogliamo fare. Io non ho particolari segreti da mantenere e se qualcuno vuole venire a conoscerli bene, ma non lo inseguo o non vado a suonargli al campanello di casa, non vado a tirare la giacca di chicchessia. Evidentemente il problema sta da un’altra parte…
Capitolo Benetton Treviso: quando conosceremo i nomi dei nuovi giocatori
Nel giro di un paio di settimane. Dobbiamo chiudere alcune cose e in 10-15 giorni saprete tutto, anche perché parte della squadra inizia a lavorare nel mese di giugno.
La rosa di quanti giocatori sarà composta?
Noi pensiamo 42, poi potrà essere di qualcosa in più o in meno.
Una inversione di tendenza rispetto alla scorsa stagione
Beh, l’anno scorso non c’erano stati giocatori giovani da inserire. Quando ci sono la rosa si allarga anche perché nel corso della loro prima stagione li costruiamo fisicamente e tatticamente e spesso vedono poco il campo. Purtroppo di giocatori italiani pronti non ce n’è molti in giro e noi stiamo pensando anche sul modo di inserirli…
Cioè?
C’è la possibilità di allargare il discorso dei permit players. L’ideale sarebbe poterli allenare noi dal lunedì al mercoledì e poi i ragazzi potrebbero tornare al loro club in Eccellenza per poter giocare lì.
Tutte le settimane o solo quelle interessate dal capitolo permit players?
Tutte le settimane sarebbe l’ideale, comunque il maggior numero possibile, poi è chiaro che magari anche i ragazzi o i club hanno le loro esigenze, ma più sono e meglio è anche per gli stessi giocatori.
In questo caso chi li pagherebbe?
Tendenzialmente noi, magari non completamente perché se poi giocano con i loro club una compartecipazione sarebbe la cosa più giusta, ma tendenzialmente più noi. Ma fare discorsi generali non ha senso, bisogna vedere caso per caso.
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