Ottimo l’esito della tradizionale kermesse di mini rugby fiorentina
Si chiude nel migliore dei modi, e con un vittorioso e caldo fine settimana, la stagione sportiva biancorossa. Buona riuscita del Torneo Francesco Borelli al Padovani che vale sicuramente una vittoria – e dove oltretutto gli Under 12 biancorossi dello staff tecnico Casilli-Magini-Santi-Savia-Semoli-Spagnoletti hanno conquistato il titolo di categoria – e benone anche sul fronte del neutro di Imola, dove batteva l’altra metà del cuore gigliato per la finale interregionale Area 3 Under 18. Vittoria anche per i ragazzi di Sorrentino e Falleri che hanno conquistata la promozione nel Campionato Elite di categoria battendo 15 a 6 il Reggio Emilia (seguirà comunicato).
L’ottava edizione del Torneo Francesco Borelli si può rappresentare con centinaia di genitori volontari impegnati nelle più varie mansioni, trenta giocatori della Prima Squadra e della Deuxieme Equipe impegnati come arbitri, decine di giocatori delle giovanili a fare da ‘staffette’ per la comunicazione dei dati delle partite e un grande vuoto da riempire, il ricordo di un giovane giocatore, una persona solare che purtroppo non c’è più. Sono questi gli ingredienti, primi vincitori di una bella giornata di festa e di rugby. Più bella perché condivisa con tanti bambini, i protagonisti, che in questa ottava edizione sono stati oltre ottocento, dai piccolissimi Under 6 agli Under 12 provenienti da dodici società partecipanti: Livorno Rugby, Etruschi Livorno, Amatori Prato, Cus Siena Rugby, Sesto Rugby, Vasari Rugby Arezzo, Elba Rugby, Gispi Prato, Rc Paris XV, Rugby Perugia, Florentia Rugby, Cavalieri Prato e Firenze Rugby 1931.
Nel torneo, giocato dalle 9 sui campi dell’Impianto Padovani e dei limitrofi Ridolfi e Grazzini per permettere la disputa degli oltre 130 match in programma, si è potuto assistere ad incontri vibranti, in cui le squadre si sono sfidate a viso aperto, nella miglior tradizione del rugby. Al termine di una lunga mattinata di incontri per i gironi di qualificazione, di semifinali, e dopo un ritemprante Terzo Tempo, si è giunti alle finali, che si sono giocate sul campo Lodigiani davanti ad una tribuna affollata come nelle migliori partite del Campionato di Serie A.
Giustamente dichiarato non competitivo il torneo dell’Under 6, per l’Under 8 la finale si è disputata tra Rugby Perugia e Gispi Prato, che è risultato vincitore. A seguire il Livorno Rugby si è aggiudicato il torneo per l’Under 10, dopo un appassionante confronto con il Gispi Prato. Infine, i padroni di casa del Firenze Rugby 1931, che si sono presentati con 60 atleti su 3 formazioni – ed è già questo un risultato – dopo aver superato in semifinale i fortissimi francesi del Paris XV in un match molto appassionante hanno vinto la finale Under 12 con il Rugby Perugia in un match ben giocato da entrambe le squadre.
Condotte dal presidente Giacomo Lucibello, le premiazioni hanno visto la partecipazione del neo assessore allo sport del Comune di Firenze Andrea Vannucci e dello sponsor Burger King nella figura di Alessandro Lazzi, che di buon grado hanno voluto testimoniare la vicinanza delle istituzioni e degli sponsor in questa giornata così significativa per la Società biancorossa. A seguire la presentazione di Claudio Geymonat dei progetti benefici dell’Associazione Onlus Cifa che ha supportato la manifestazione e il saluto ai genitori di Francesco Borelli presenti tra il pubblico. A ulteriore testimonianza del senso profondo della giornata, gli ormai tradizionali Premi Fair Play assegnati dal gruppo arbitri coordinati da Andrea Cerchi, sono stati consegnati da Ciro Borelli, fratello di Francesco, giocatore biancorosso e della Nazionale Italiana che, nella settimana precedente il torneo ha avuto anche un incontro con l’Under 10 gigliata sui valori del rugby e l’importanza dell’essere squadra.
Ha concluso le premiazioni, l’assegnazione del Trofeo Francesco Borelli 2014 – premio per il miglior piazzamento complessivo nel torneo – al Gispi Prato che lo costudirà fino alla manifestazione del prossimo anno quando sarà rimesso in palio. Ringraziamenti finali del presidente Lucibello a tutti gli atleti e alle Società partecipanti, agli arbitri, allo staff medico, ai genitori e ai dirigenti che li hanno coordinati.
Nel pomeriggio di sabato 7 giugno, il primo sole quasi-estivo colpisce duro sul bell’impianto di Iolo ma i ragazzi di Firenze e San Vincenzo sono qui per giocarsi la finale della Coppa Granducato e fanno finta di non soffrire il caldo.
Pronti-via ed i fiorentini trovano subito la via della meta con D’Aliesio.
Sembra il segnale di una gara in discesa ma i ragazzi del Rufus non sono certo tipi che mollano e cercano di risalire la china con una difesa attenta e continue ripartenze dei loro elementi più veloci, bloccate non senza qualche affanno dai biancorossi.
Una buona metà del primo tempo se ne va così, con le due formazioni che si neutralizzano a centrocampo. E’ poi il Firenze a riprendere in mano il gioco ma troppe occasioni vengono sprecate dai gigliati per errori banali e si giunge all’intervallo senza altre segnature, sul 5 a 0 per Firenze.
Alla ripresa Bacci subentra a Nardoni; i fiorentini sembrano ritrovare il piglio giusto e Gasparri va in meta sfruttando una bella penetrazione di Loreto.
E’ una brutta botta per i ragazzi di San Vincenzo, che sembrano perdere smalto, anche se non smettono di cercare il colpo che raddrizzerebbe la partita.
I fiorentini mettono in campo forze fresche, con Botti, Almansi e Bucciantini.
All’11’ Mechi ruba palla in touche ed innesca l’attacco biancorosso che si conclude in meta grazie alla velocità di Guarducci.
Passano pochi minuti e Guarducci segna ancora, sfruttando un pallone conquistato da D’Aliesio che su calcio in profondità di Almansi mette in difficoltà l’estremo avversario e lo supera al piede.
Dalla panchina subentrano tutti i ragazzi a disposizione: prima Parenti e poi Pavone e Cardoso Laynes.
Gli spazi adesso sono più larghi; Botti ne approfitta con un bell’intercetto e corre imprendibile in meta.
E’ poi la volta di Pavone, che segna portando caparbiamente l’ovale oltre la linea.
Per finire, splendida intuizione di Almansi che con un calcio ben calibrato scavalca la difesa avversaria, Botti di slancio abbranca l’ovale e fugge in meta.
La Coppa va così ai ragazzi del Firenze che raccolgono meritatamente, insieme agli avversari, gli applausi del pubblico, prima di dare il via all’esultanza dei festeggiamenti.
Il capitano Leonardo Gasparri ritira il trofeo che chiude in bellezza una stagione iniziata fra alti e bassi e finita in crescendo con un bilancio decisamente positivo: due formazioni costantemente impegnate nei campionati Elite (chiuso con un ottimo terzo posto nella fase a gironi) e Regionale Tosco-umbro, la partecipazione vittoriosa al Torneo delle Sei Regioni di Cesena ed infine questa Coppa regionale, ma soprattutto un bel gruppo di ragazzi che sotto la guida dei loro allenatori hanno saputo amalgamarsi e crescere non solo dal punto di vista del gioco ma anche – ed è senz’altro più importante – sul piano della maturazione personale in una fase importante della loro vita. Bravi!
AEROPORTO FIRENZE RUGBY – SCUOLA RUGBY RUFUS: 43 -0 (p.t. 5 – 0)
Marcatori: 1′ mt D’Aliesio nt (5-0); 2’st mt Gasparri nt (10-0); 11’st mt Gasparri tr Dragoni (17-0); 15’st mt Guarducci tr Almansi (24-0); 18’st mt Botti tr Cardoso Laynes (31-0); 20’st mt Pavone tr Almansi (38-0); 28’st mt Botti nt (43-0)
Formazione di Firenze Rugby 1931: Elegi (Cardoso Laynes), Vanoli, Battaglia (Botti), Lo Castro (Almansi), Guarducci, D’Aliesio, Nardoni (Bacci), Fissi, Mechi (Pavone), Silei (Bucciantini), Gasparri, Dragoni (Parenti), Cavaciocchi, Picheca, Loreto
Allenatori: Aldo Di Francescantonio e Lapo Strambi
Imola e il suo campo da rugby sono la sede individuata dal CRER per disputare la finale Area 3 dei campionati regionali Under 18. Imola è rovente nei trentadue gradi all’ombra del fischio d’inizio. Imola è ruggente nel sottofondo sonoro di un campionato italiano velocità che si disputa nel pomeriggio sulla sua celebre pista. Imola è accogliente su un moderno e funzionale impianto, anche a dispetto del caldo canicolare. Imola è anche una piccola gradinata, equamente suddivisa fra i sostenitori biancorossi e quelli rossoneri, in comune la trepidazione, l’attesa che circonda l’evento. Imola è dolce, dolcissima, per il verdetto finale di un confronto intenso e combattuto, che regala ai biancorossi di Aeroporto Firenze Rugby la promozione diretta al Campionato Elite di categoria della prossima stagione sportiva.
Cuore e testa, predicano Peppe Sorrentino e Marco Falleri – tecnici gigliati – nei momenti cruciali che precedono il confronto: sono quelli che contano in una finale, quelli che fanno la differenza, prima ancora dei pure importanti aspetti tattici e tecnici. Cuore e testa ribadisce nel suo intervento di rito il capitano odierno, Niccolò Broglia, che sceglie attentamente parole non certo rituali per incoraggiare i compagni a disputare una prova che non ammetta nessun futuro rimpianto. E’ un ventidue di prospettiva quello scelto dalla coppia di tecnici gigliati per affrontare la gara più difficile della stagione: solo tre i fuori quota classe 1995, in ordine di numero Bottacci, Dragoni e Sanna. Ben nove, sono i classe 1997.
E cuore e testa usano, i ventidue prescelti, per sostenere – fino in fondo – l’ambizione che cova da un’anno intero: riprendersi quel campionato di eccellenza inopinatamente perduto nella stagione sportiva precedente. E’ la stessa identica “mission”, d’altronde, perseguita dall’avversario, compagno di sventura nel passo falso e costretto, come Firenze, a recitare una parte inadeguata ai mezzi nell’inferno qualitativo dei campionati regionali.
L’avvio di gara è di marca reggiana, possesso dell’ovale, prevalenza territoriale. I biancorossi difendono bene, rischiano qualcosa solo nei calci di spostamento ma incontrano qualche difficoltà ad interpretare quale sia il metro di giudizio della terna arbitrale e pagano dazio, concedendo un calcio di punizione, già dopo tre minuti di gioco, per il vantaggio dei fosforescenti diavoli reggiani. Firenze perde per infortunio il tre quarti centro Sanna, dopo appena dieci minuti e dalla panchina si alza un concentrato Landini. Al dodicesimo i biancorossi pareggiano il parziale sul tabellone, con una punizione accordata in prossimità della linea dei ventidue avversari. Logi, glaciale nonostante la canicola, realizza. Reggio esprime il suo massimo potenziale in quel che resta del primo tempo, mettendo sotto pressione i fiorentini e confermando le buone abilità della propria mediana e dei tre quarti. Ma l’efficacia delle chiusure difensive dei biancorossi concede all’avversario nulla più che un altro calcio di punizione, da quasi metà campo, messo a segno al 25°. Lo stesso minuto in cui termina la gara del pilone Zileri, che offre il proprio contributo alla causa con una performance forzatamente ridotta, per gli esiti di un recente infortunio. Entra Fabbri in prima linea a dare vigore e freschezza, oltre a impatto fisico considerevole. Al riposo si va sul parziale di 6-3 per i reggiani.
Firenze rientra in partita con la convinzione giusta, testa e cuore per l’appunto. La mischia ordinata inizia a creare problemi ai pari ruolo reggiani, che calano fisicamente e iniziano a perdere con una certa frequenza anche i punti d’incontro. Il possesso palla passa percentualmente ai fiorentini e conseguentemente anche l’iniziativa in attacco, che si propone con le percussioni delle terze linee, Broglia, Cosi e Bottacci a turno, con l’implacabile aggressività delle seconde Biagini e Di Donna nei punti d’incontro, con la potente irruenza del pilone Sguerzo che tenta un paio di assalti ben sostenuti. La mediana innesca e ispira, limitando le sbavature e i tre quarti frustrano regolarmente le velleità offensive dei pari ruolo avversari, ora placcando, ora neutralizzando efficacemente lo spostamento della palla operato al piede dagli avversari. La partita cambia anche nel risultato al settimo minuto di gioco con una bella percussione in velocità del flanker Bottacci che realizza la meta che – trasformata da Logi – porta i fiorentini in vantaggio: 6-10.
E’ il momento di sfruttare la profondità della panchina e Rovini lascia il timone della mischia a Matteoni, altre energie fresche e lucidità iniettate nella partita. Aggressivo e rapido nelle scelte, il mediano di mischia fiorentino crocifigge letteralmente il suo pari ruolo reggiano all’esatta metà della ripresa: placcaggio e palla rubata dopo una mischia ordinata, nella metà campo avversaria, doppio scambio in velocità con un compagno e meta, non distante dalla bandierina. La trasformazione di Logi non ha buon esito ma quel che più pesa nell’economia del confronto è che il morale dell’avversario scende sotto i tacchi e che ogni tentativo dei diavoli di rientrare in partita si spegne, gradualmente, nell’efficacia della difesa fiorentina. Michelagnoli entra per Capitan Broglia, ma poco dopo il break il direttore di gara punisce con un cartellino giallo il tallonatore Cini – una scommessa vinta, la sua, di poter giocare almeno la finale di una tribolata stagione – e il team fiorentino deve rimescolare nuovamente l’assetto della mischia, inserendo Stellini in quel ruolo. La sofferenza fiorentina in inferiorità numerica è ridotta a pochi minuti, perché la foga reggiana di riconquistare l’ovale ingenera un paio di infrazioni di placcaggio pericoloso, il secondo dei quali determina anche l’analoga sanzione temporanea per un tre quarti emiliano. Sorrentino e Falleri sfruttano fino in fondo la freschezza delle riserve e Firenze termina la partita in attacco, dopo aver costruito almeno altre due buone azioni offensive, sfumate per banali errori di trasmissione o di lettura di gioco. Al fischio del direttore di gara, sale l’urlo liberatorio dei ventidue biancorossi in campo, cui si aggiungono i tanti compagni di squadra che hanno trepidato sulla gradinata. E’ festa, è rispetto per la delusione dell’avversario, è il saluto di rito in mezzo al campo ed anche l’ultimo canto di vittoria della stagione, che viene interpretato con un pathos straordinario, è il consueto lancio delle maglie biancorosse nell’aria rovente e immobile, con l’applauso di tutti gli spettatori dell’impianto imolese. Sportivissimo il pubblico reggiano nel riconoscere il merito dei biancorossi nell’imporsi alla distanza in una partita duramente combattuta da due belle squadre. Firenze sale in paradiso, ai diavoli reggiani rimane il purgatorio di dover disputare un barrage settembrino contro la penultima classificata dell’ultimo Campionato Elite, i Lyons Piacenza. Ma è una buona opzione B e a loro va un sincero e solidale in bocca al lupo.
Per la truppa di Sorrentino e Falleri si tratta della trentatreesima vittoria consecutiva in gare ufficiali: squadra imbattuta nella stagione. L’ultimo sigillo è la sintesi dell’impegno e la costanza profusi nella stagione da tutti i numerosi atleti tesserati per il club del Campo di Marte. Nel canto di vittoria sul prato di Imola c’è il merito e la passione di tutti quei ragazzi che durante la stagione sportiva hanno indossato la maglia biancorossa e vinto largamente il campionato toscano e quello umbro, di quelli fermati dagli infortuni, di quelli che vibravano torcendosi le mani sulla gradinata imolese e di quelli rimasti a casa per non soffrire oltre modo del non poter essere presenti al confronto. E’ grazie all’impegno di tutti loro, che lo staff composto da Peppe Sorrentino, Marco Falleri, Emanuele Menè, Giovanni Bianco e Antonio Semoli, è riuscito a tenere sempre alto il ritmo e il tenore tecnico delle sedute di allenamento, in attesa di avversari che potessero davvero costituire un problema da risolvere per lo squadrone biancorosso. A costruire e a giocare un rugby efficace e piacevole. Nel liberatorio canto di vittoria urlato sul prato di Imola c’è anche tutta la grande passione e la competenza degli allenatori gigliati. E pure il convinto senso di appartenenza di quelle figure comprimarie, ma utili, dei dirigenti accompagnatori e dei volontari che si sono spesi in tempo libero e disponibilità, in tanti diversi ruoli, per seguire costantemente la squadra nel corso dell’annata.
Un successo finale che è dunque un patrimonio di tutti e che ha fatto gioire fino alla commozione i tanti adulti che hanno voluto condividere, più o meno intensamente, più o meno costantemente dall’inizio alla fine, le vicende della truppa giovanile biancorossa. Grosso modo, undici mesi di passione… Fatta, e fatta bene, si dice a Firenze.
REGGIO RUGBY – AEROPORTO FIRENZE RUGBY: 6-15 (p.t. 6-3)
Marcature: 3’ cp Reggio (3-0); 12’ cp Logi (3-3); 25’ cp Reggio
S.t.: 7’ mt Bottacci tr Logi (6-10); 17’ mt Matteoni nt (6-15)
Formazione di Aeroporto Firenze Rugby: Logi, Elegi, Sanna, Ciullini, Cervellati A., Dragoni, Rovini, Cosi, Bottacci, Broglia (cap.), Di Donna, Biagini, Sguerzo, Cini, Zileri.
A disposizione: Fabbri, Stellini, Kapaj, Michelagnoli, Burattin, Landini, Matteoni.
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