Avvocati, springboks e IRB: il Sudafrica discute sulle “quote nere”

Il presidente della SARU chiede una maggiore presenza di neri tra gli springboks. E scoppia di nuovo la polemica

L’introduzione di “quote nere” in Sudafrica in tutte le discipline sportive (con la presenza obbligatoria del 60% di atleti di colore) è stata congelata ma rimane sul tavolo. E continua a far discutere. Ieri il quotidiano Beeld ha fatto sapere che il presidente della SARU Oregan Hoskins ha chiesto al ct degli springboks Heyneke Meyer una maggiore presenza di atleti di colore nelle fila della nazionale sudafricana. Nessuna pressione segreta ma una richiesta praticamente pubblica con il presidente federale che ha confermato la cosa dicendo che “con la Scozia potremo forse vedere uno o due cambi”.
La cosa ha fatto infuriare l’AfriForum, associazione sudafricana che si attiva spesso in difesa dei bianchi (solo, verrebbe da dire…) che ha fatto sapere che si rivolgerà all’IRB con un team di avvocati.
La questione delle quote è estremamente delicata, tanto più se applicata a un paese che ha avuto la storia del Sudafrica, uscito da un pluridecennale regime di segregazione razziale solo una ventina di anni fa. Chiaro che le quote – di qualunche colore – sono contrarie all’idea universalistica dello sport, ma è altrettanto vero che applicare i nostri parametri a realtà particolari come quella sudafricana è fuorviante. Avere certezze assolute in questi casi è quantomeno arrogante, se non addirittura stupido.

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