Il ct della nazionale francese lamenta l’eccessiva importanza che al di là delle Alpi viene data al torneo nazionale
Se l’Italia piange la Francia non ride: un anno fa la serie in Nuova Zelanda chiusa con un secco 3 a 0 per i campioni del mondo, i test-match di novembre con una sola vittoria (e le sconfitte con All Blacks e Sudafrica), un Sei Nazioni con tre vittorie e poi in queste settimane i tre ko (due davvero pesanti) contro l’Australia. Uno score di 4 vittorie e 10 ko nelle ultime 14 gare. Vero che i bleus sono stati fermati da Nuova Zelanda, Galles, Irlanda, Sudafrica e che hanno battuto l’Inghilterra ma Philippe Saint-André non è certo contento e meno di lui lo sono la stampa e gli appassionati d’Oltralpe.
Tanti i motivi di questo lungo momento di difficoltà ma il ct – che difende il gruppo di giocatori – punta il dito contro il Top 14: “Ci sono troppi stranieri, i nostri giovani hanno meno spazio. La Francia è l’unico posto dove la lega è più importante di tutto il resto. Mi preoccupano la tenuta fisica e gli infortuni: se non ci rendiamo conto che un atleta di quel livello non può giocare più di 28-30 gare in una stagione avremo continuamente problemi”.
Cari Lettori,
OnRugby, da oltre 10 anni, Vi offre gratuitamente un’informazione puntuale e quotidiana sul mondo della palla ovale. Il nostro lavoro ha un costo che viene ripagato dalla pubblicità, in particolare quella personalizzata.
Quando Vi viene proposta l’informativa sul rilascio di cookie o tecnologie simili, Vi chiediamo di sostenerci dando il Vostro consenso.