La percentuale di vittorie delle squadre SANZAR è altissima, e il trand negli ultimi anni si conferma. Il gap si allarga sempre più?
![All Blacks Inghilterra (ph. Anthony Phelps/Action Images)](https://www.onrugby.it/wp-content/uploads/2014/06/All-Blacks-Inghilterra3.jpg?x56064)
ph. Anthony Phelps/Action Images
E’ un bel quadro quello che Huw Richards propone in un corposo articolo apparso sul portale Espn Scrum. Il succo sta tutto in alcuni dati molto semplici: Sudafrica-Scozia, incontro vinto dagli Springboks e che ha chiuso il giugno internazionale, è stato il match numero 97 dall’inizio del 2008 tra le nazionali del SANZAR e le squadre del vecchio Cinque Nazioni. Il risultato complessivo è abbastanza impietoso: 82 vittorie per le nazioni SANZAR, due pareggi e 13 vittorie per le europee. Prendendo solo il periodo post Coppa del Mondo 2011, il bilancio degli incroci tra le cinque regine europee e le tre regine del Sud dice 37 vittorie per l’Emisfero Sud contro le appena 4 del Nord. Se invece andiamo indietro nel tempo, gli anni dal 2001 al 2007 dicono 28 vittorie delle europee su 101 incontri complessivi, mentre dal 1994 al 2000 il bilancio è di 56 vittorie del Sud su 74 incontri. Quindi, conclude Richards, è un errore pensare che il gap tra i due emisferi si stia chiudendo, anzi, e queste statistiche lo confermerebbero in maniera abbastanza eloquente.
Poco da dire, le cifre parlano chiaro ed è difficile dire qualcosa di universalmente valido per spiegarle. Il rugby è uno sport che cambia tanto e velocemente, e queste statistiche dimostrano che le squadre dell’Emisfero Sud sono quelle che probabilmente meglio si adattano a questi cambiamenti strutturali al gioco. Un altro discorso potrebbe coinvolgere le finestre internazionali, attualmente fissate a giugno e novembre. Nel primo caso i giocatori europei vengono da una stagione lunga ed estenuante tra campionato, coppe e Sei Nazioni, al termine della quale affrontano impegnativi tour nell’Emisfero Sud; nel secondo sono ad inizio stagione e forse non ancora pienamente a regime, mentre i giocatori sudafricani, neozelandesi e australiani sono sì a fine stagione (Super Rugby , Championship, ITM e Currie Cup), ma verosimilmente non tanto logorati quanto gli europei a giugno.
E voi che ne pensate? Quali i motivi per spiegare questo divario?
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