Dura lex, sed lex. Ma a volte norme e regolamenti fanno le bizze

Il caso Zanovello accende la luce su alcuni aspetti contraddittori dello Statuto FIR. Al di là delle polemiche strumentali

Il caso riguardante Roberto Zanovello dice un po’ di cose. Prima un breve ripasso: il dirigente del CUS Padova si presenta alle elezioni federali del 2012. Corre per un posto da consigliere in appoggio alla cordata che sostiene Amerino Zatta, non raggiunge il suo obiettivo ed è il primo dei candidati non eletti. A gennaio di quest’anno viene a mancare Roberto Besio, Zanovello secondo il regolamento FIR deve prenderne il posto.
La federazione ne accerta la disponibilitò e inizia l’iter che va parecchio per le lunghe, visto che la nomina di Zanovello a consigliere federale viene ratificata solo a maggio. Si tratta comunque di una decisione sub-iudice, visto che la FIR ha mandato tutto l’incartamento al CONI per verificare la completezza della documentazione e compatibilità. Zanovello è infatti presidente del CUS Padova e la carica secondo i regolamenti vigenti non è compatibile con il ruolo di consigliere federale. Il dirigente veneto è però tranquillo perché si è rivolto alla sua struttura di riferimento (il CUS) che gli ha consigliato alcuni “aggiustamenti” ma non di lasciare la carica di presidente. D’altronde esistono altri casi di presidenti del CUS che sono consiglieri federali: i presidenti del CUS Torino e del CUS Genova sono ad esempio nel parlamentino della FIDAL, la federazione di atletica leggera. E non sono gli unici casi.
Ieri la notizia che Zanovello deve lasciare invece il suo ruolo in FIR per incompatibilità. Perché? Il fatto è che la FIR, motu proprio, nel 2004 ha inserito nel proprio statuto la norma che prevede questo tipo di inconciliabilità di ruoli nonostante i princìpi informatori del CONI non la prevedessero. A quanto risulta a OnRugby l’attuale presidente FIR Alfredo Gavazzi ha più volte espresso la sua contrarietà a questa norma che però è ancora vigente.

 

Che cosa ci insegna questa vicenda? Che il CUS poteva fare più attenzione, sicuramente, ma la norma FIR potrebbe essere discussa in sede giurisprudenziale (non ci risulta che anche altre federazioni la prevedano). Ad ogni modo, oggi, in punta di diritto la FIR non è criticabile per la decisione presa perché rispetta il regolamento vigente.
Ovviamente le polemiche sono montate perché Zanovello sarebbe stato l’unico consigliere contrario a Gavazzi e c’è chi vede in questa decisione un modo “legale” di mettere alla porta uno dei pochi dirigenti che da tanti anni si batte per una effettiva trasparenza dei bilanci federali. Beh, se qualcuno ha prove di un comportamente doloso le renda pubbliche, altrimenti è meglio rimanere in silenzio.
Abbiamo contattato il diretto interessato, Roberto Zanovello, che ha rilasciato solo una breve dichiarazione: “Prendo atto della decisione FIR. Detto questo non si può non rilevare che stiamo allora parlando di norme che nel concreto impediscono a un presidente non proprietario di una polisportiva di fare il consigliere federale ma che permettono al proprietario di fatto di uno dei club più importanti d’Italia di fare il presidente di quella stessa federazione”. Comunque la si giri questa cosa è indubbiamente contraddittoria.

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