Dodici squadre divise in tre gironi di cui uno davvero tosto. La caccia alle Black Ferns è ufficialmente iniziata
La caccia alla Nuova Zelanda è ufficialmente iniziata. Le dodici nazionali femminili aventi diritto di partecipare si sono riunite a Parigi, dove tra l’1 e il 17 agosto si terrà il Women’s Rugby World Cup. Le Black Ferns, corrispettivo femminile degli All Blacks, hanno vinto le ultime quattro edizioni, battendo nelle ultime tre occasioni in finale sempre l’Inghilterra.
Pool A: salvo sorprese, dovrebbero essere Inghilterra e Canada a passare il turno e qualificarsi per le fasi finali. Samoa e Spagna, potrebbero mancare dell’esperienza necessaria, anche se soprattutto le europee stanno dimostrando cose importanti in campo Seven. Inoltre, dopo tre quarti posti (1998, 2002 e 2006) le canadesi puntano in alto, e in avvicinamento al Mondiale hanno battuto l’Australia.
Pool B: favorite al primo posto e alla vittoria finale, le Blacks Ferns dovranno vedersela con Irlanda, Kazakistan e Stati Uniti. Occhio però a queste ultime due compagini. Le asiatiche si sono qualificati a discapito del Giappone nel paese ci sono molte aspettative verso questo torneo, che il Kazakistan stesso aveva espresso la forte intenzioni di ospitare e organizzare. Le statunitensi, vincitrici nel 1991 e seconde nelle due edizioni successive, sono un avversario ostico per tutte.
Pool C: è il girone più equilibrato. Già perché Francia, Australia, Sudafrica e Galles sono delle superpotenze in Ovalia. In campo femminile, però, a prevalere dovrebbero essere le prime due squadre, con Sudafrica e Galles che partono un gradino sotto. Ma nella partita secca, mai dire mai.
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