Due partite diversissime e agli antipodi. Legittimo preferirne una, ma azzardare un paragone sarebbe sbagliato
A ripensare alla parita di ieri vinta dai Waratahs e alla finale di Heineken Cup vinta da Tolone viene da pensare che siano due sport diversi. Da una parte mete, gioco rotto e tanto spettacolo, dall’altra difese sempre attente e gioco tendenzialmente sviluppato entro un raggio di alcuni metri dal punto d’incontro. Assolutamente legittimo è esprimere la propria preferenza per un tipo di gioco rispetto all’altro (e non è sempre detto che escano vincitrici le partite zeppe di mete), ma fuorviante può risultare un confronto tra le due competizioni sia per quanto offrono in campo sia per tutto ciò che coinvolgono al di fuori del rettangolo verde. Con le dovute proporzioni, sarebbe come paragonare una qualunque delle quattro o più gare di una serie finale NBA con la finale di Eurolega: anche lì stesso sport, ma modo diverso di approcciarlo e di giocare. Ma torniamo ad Ovalia.
Sulle differenze tra le competizioni molto si è detto. Attorno a quella europea gravitano interessi decisamente maggiori in termini di contratti commerciali e televisivi, la pressione è decisamente superiore, così come è più numeroso ed esigente il pubblico che assiste dallo stadio e da casa.
Le differenze di quanto si vede in campo possono anche essee dettate dalle differenze di quanto succede fuori. I Waratahs giocherebbero tanto diversamente in Heineken o in Premiership? In condizioni di vuoto assoluto probabilmente no. Ma nelle condizioni reali in cui queste due competizioni si situano, molto probabilmente sí. Maggiore pressione, meno aspetti lasciati al caso, e non ultimo forse il “pagare” di più a livello societario e di preferenze in spogliatoio certe scelte e certe forzature in campo. Forzi un offload? Downunder ci hai provato, in Europa non ci sei riuscito…
Quanto si vede in campo in termini di gioco dipende anche da tutto ciò che sta fuori. Giustissimo preferire un universo all’altro, azzardato metterli sulla stessa bilancia. È come criticare l’Oscar a Sorrentino dicendo che La vita è bella ci è piaciuto di più. Troppo distanti per essere avvicinati…
Di Roberto Avesani
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