Circa 400mila euro a testa destinati a Calvisano, Rovigo, Mogliano e Viadana. Ma senza il torneo cosa succederà a quei soldi?
Dunque l’Italia non prenderà parte alla terza coppa europea. O meglio, a quanto pare, quella competizione quest’anno non ci sarà (leggete qui il perché). D’accordo, manca ancora il timbro dell’ufficialità da parte della FIR ma le cose sembrano ormai fatte. Alla corsa per il nuovo trofeo avrebbero dovuto prendere parte Mogliano e Viadana, rispettivamente terza e quarta forza dell’ultimo torneo di Eccellenza mentre le finaliste Calvisano (campione d’Italia) e Rovigo sono di diritto agli spareggi che conducono alla Challenge Cup.
Mentre bresciani e rossoblu possono perciò ambire a una competizione continentale le porte si sono (sarebbero, ma ormai…) chiuse per Mogliano e Viadana. C’è però un “ma” in tutta questa vicenda: le prime quattro squadre dell’ultimo campionato italiano hanno ricevuto o devono ricevere dalla FIR i contributi per una partecipazione alle coppe europee che in due casi non è a oggi certa e negli altri due invece sicuramente non ci sarà. Stiamo parlando di 400mila euro circa per squadra, cifre che nel panorama del rugby italiano fanno la differenza.
Ora Mogliano e Viadana hanno probabilmente attinto a quella riserva per costruire la rosa e – per quanto riguarda i gialloneri – puntellare una società traballante. Contributi che però oggi non hanno più ragion d’essere e che se non “concretizzati” da una partecipazione a un torneo europeo inevitabilmente possono falsare il torneo. Discorso che potrebbe essere allargato anche a Calvisano e Rovigo, nell’eventualità non venissero superati gli spareggi contro romeni e georgiani. Ché in quell’infausto caso 400mila euro di contributi per giocare due partite sono quantomeno parecchi.
Speriamo ovviamente di vedere le nostre due squadre andare avanti nel loro cammino europeo, ma la questione a livello teorico rimane tutta: le squadre più forti del nostro torneo ricevono un importante contributo economico che fa la differenza con chi in Europa non ci può proprio andare per mancanza di requisiti sportivi (leggi: una squadra arrivata quinta o peggio). Contributo che però diventa ingiustificato se viene a mancare il “perché” legato alla partecipazione delle coppe europee.
La FIR non ha ovviamente nessuna colpa di una situazione simile, ma è comunque chiamata a mettere una pezza: potrebbe far finta di nulla e sostanzialmente avallare la situazione de facto e cioè che i soldi sono già destinati ma dal Petrarca Padova – e cioè la prima delle squadre escluse dal contributo – in giù le lamentele non mancherebbero. Giustamente anche. Sul piano teorico una redistribuzione di quei fondi sarebbe la cosa più corretta, ma se Mogliano e Viadana quei soldi li avessero già spesi? E se anche fossero ancora in cassa non bisogna dimenticare che sono comunque soldi messi a budget, fondi su cui i club facevano conto per affrontare la stagione. Nel caso del Viadana probabilmente sono fondamentali per rimanere in piedi. Comunque la si giri una bella gatta da pelare. E un rapido quanto ufficioso giro di telefonate che OnRugby ha fatto per tastare il polso in alcune delle realtà coinvolte conferma che c’è grande preocupazione per la situazione che si è venuta a creare.
Senza poi dimenticare quella che è forse la domanda più importante e forse più inquietante: il board internazionale (tra l’altro: quale? Quello della ERPC che della terza competizione europea se ne è sostanzialmente lavata le mani o quella della neonata e assai instabile Rugby Europe che non sembra affatto attrezzata per affrontare il compito che le è stato affidato?) quei soldi li farà comunque avere alla FIR oppure non essendoci il torneo verranno semplicemente tolti dal tavolo?
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