Il torneo inizierà il 18 settembre 2015: a 365 giorni esatti dal via, analizziamo lo stato di salute di tutte le partecipanti
Esattamente tra 365 giorni l’Inghilterra padrona di casa darà il via ufficiale alla Coppa del Mondo, calciando il drop del match inaugurale contro Fiji. Vero che manca ancora molto, che tutti i giocatori si possono infortunare e che ancora non si capisce come verrà utilizzato il regolamento IRB sulla nuova eleggibilità, ma è possibile tracciare girone per girone un quadro generale sullo stato di salute delle 25 partecipanti.
Pool A: il girone della morte si preannuncia combattuto ed equilibrato. L’Australia sta dimostrando di crescere partita dopo partita e molto lavoro è stato fatto da McKenzie. Da verificare come il ritorno di Genia e Cooper (e James O’Connor?) possa potenziare ulteriormente una squadra che già sta dimostrando un buon gioco.
L’Inghilterra ha davvero impressionato nel Sei Nazioni ma soprattutto nei match contro la Nuova Zelanda. Il gruppo è parecchio solido e rispetto ad altre squadre di prima fascia la sensazione è che Lancaster abbia bene in testa chi mandare in campo e come.
Chi invece ha parzialmente ridimensionato le sue aspirazioni è il Galles di Gatland, che dopo il tour vincente dei Lions ha sofferto un calo fisico e nel gioco. La finestra internazionale di novembre ci dirà probabilmente quali sono le reali possibilità dei Dragoni, che sfideranno due avversarie del girone (Australia e Fiji), più Nuova Zelanda e Sudafrica.
Per le Fiji obiettivo far saltare il banco come nel 2007, quando riuscirono a battere proprio il Galles e a qualificarsi per i quarti di finale; molto potrebbe dipendere da quanto il nuovo regolamento IRB sull’eleggibilità influenzerà le chiamate dei selezionatori. Chiuderà il gruppo una tra Russia e Uruguay, vittime sacrificabili del girone ma pronte a vendere cara la pelle e a togliersi lo sfizio di conquistare almeno qualche punto.
Pool B: favorito per il primo posto è il solido Sudafrica, che dispone della qualità e della profondità necessaria per andare avanti ben oltre i match di qualificazione. La speranza per Meyer è che i mediani Du Preez e Pienaar, vitali per il gioco Springboks, arrivino in condizioni ideali, mentre ad apertura Pollard prenota un ruolo non da comprimario.
Tra Scozia, Samoa e Giappone sarà una bella sfida: indipendentemente da come andrà il discorso eleggibilità, gli highlanders non possono di certo dare per scontato il secondo posto, e un risultato negativo contro il lanciatissimo Giappone o i fisici samoani non dovrà stupire più di tanto. Per gli Stati Uniti da confermare la crescita sul piano del gioco, con l’obiettivo di mettere i bastoni tra le ruote alla tre squadre più alla portata.
Pool C: riusciranno gli All Blacks a non vincere il girone? Difficilissimo. Ad un anno di distanza, tutto lascia pensare che la squadra di Hansen arriverà fino in fondo. Vero che contro Irlanda e Inghilterra è stata davvero dura, e vero che una vittoria del Sudafrica nel match di ritorno del Championship potrebbe essere più che possibile, ma il primo posto del girone dovrebbe essere scontato. Per il discorso vittoria finale, profondità e qualità sono quelle giuste, ma arrivare ai Mondiali dopo due anni di sole vittorie potrebbe essere un boomerang.
Così come non dovrebbe avere problemi a qualificarsi l’Argentina, che tanto bene sta facendo Test dopo test nonostante la prima vittoria nel Championship ancora non sia arrivata. Nelle ultime due edizioni i Pumas hanno fatto bene e il ricambio generazionale sta proseguendo al meglio. Chi potrebbe insinuare la squadra di Hourcade è Tonga, ma la distanza sembra al momento enorme. Chiudono il quadro Georgia e Namibia.
Pool D: nessuna squadra dell’Emisfero Sud e una sola extra europea. Ad un anno di distanza, e a giudicare dagli ultimi risultati del Sei Nazioni e delle finestre Test Match, l’Irlanda prenota di diritto il primo posto. La squadra di Schmidt rispetto alle due rivali del girone – Francia e Italia – ha una più precisa idea sia a livello di gioco che di convocazioni, due aspetti che latitano nei Bleus di Saint-André, che dovrà prima di tutto capire se potrà contare sui vari Armitage e Kockott e poi decidere attorno a quale nucleo costruire il gruppo Mondiale, dribblando le polemiche che potrebbero scatenarsi in caso di Match negativi a novembre. Così come dovrà evitare polemiche la banda Brunel, che ha a disposizione la finestra di novembre per risollevarsi sul piano del morale e del gioco. Canada e Romania con l’obiettivo di mangiare punti alle tre del Sei Nazioni.
Di Roberto Avesani
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