L’Italia per i test-match: quelli che ci sono e quelli che mancano

Analizziamo le scelte di Jacques Brunel annunciate ieri, reparto per reparto, nome per nome. E chi sarà il capitano?

ph. Sebastiano Pessina

C’era molta attesa intorno alle scelte di Brunel in vista della finestra internazionale novembrina contro Samoa, Argentina e Sudafrica. Il brutto periodo della Nazionale, la vicenda Treviso con il conseguente esodo di diversi giocatori e non ultimo il difficile inizio di stagione celtico hanno costretto il coach francese a fare i conti con una situazione certamente non facile. Per essere a meno di un anno e ad una manciata di partite dall’esordio iridato, nel gruppo dei trenta le novità e i ritorni più o meno scontati non sono mancati, così come qualche bocciatura che se non definitiva può però dirsi indicativa.

 

Tra le prime linee, appurato il ritorno ovvio e naturale di Castrogiovanni, spicca la non convocazione di Cittadini e di Giazzon, ed entrambe le esclusioni non esitiamo a definirle tecniche. Il neopilone dei Wasps paga la difficile stagione chiusa a maggio, e la sensazione è che data l’età la sua situazione possa configurarsi come quella di Festuccia (ma l’esclusione dal giro azzurro di quest’ultimo probabilmente non è solo tecnica, come ha fatto capire lo stesso giocatore qualche settimana fa), mentre al tallonatore “dirottato” quest’estate a Treviso è stato preferito in prospettiva Andrea Manici. Non c’è nemmeno Michele Rizzo, ora a Leicester e appena rientrato da un infortunio che lo ha tenuto lontano dai campi diversi mesi.

 

In seconda linea tra i big manca il capitano della Benetton Pavanello. Il reparto è per trequarti federale, e non è un male andando a pescare felici esempi di omonimi compagni di reparto al club e in nazionale. Furno e Geldenhuys sono scelte più che legittime, Bortolami dà forse più sicurezza in touche di Pavanello e Biagi è forse un miglior carrier.
In terza torna Parisse e parte Mauro Bergamasco. Premesso che alle Zebre sta giocando molto bene dimostrando, se ce ne fosse stato bisogno, la pasta dura di cui è fatto e il senso di sacrificio che sempre porta in campo è una costante,  la sensazione è che recuperati i vari Minto e Favaro e con Furno piu che adattabile anche come flanker per l’ex parigino ci sia e ci sarà poco spazio, anche se un posto nel gruppone Mondiale per esperienza e per capacità di “sporcare” (in senso assolutamente positivo) dovrebbe trovarlo. Per un Vosawai in meno c’è un Vunisa in più, e nell’economia di squadra poco o nulla cambia: belli autoscontri erano, belli autoscontri rimangono.

 

Le scelte in mediana, di cui già abbiamo parlato nei giorni scorsi, sono più forzate che ponderate. Gori è l’unico vero nove che abbiamo, e ciò premesso Palazzani serve come il pane, considerando anche la sua adattabilità ad estremo che ne fa un back up preziosissimo. In regia andrà uno tra Orquera o Allan, e le scelte di novembre dipenderanno da quello che Brunel ha in testa in chiave Mondiale: il tempo stringe, e continuare a provare ad un certo punto ingigantisce i tarli invece di scacciarli. Chi giocherà, è bene giochi fin da subito, tanto più se la scelta dovesse ricadere sul giocatore di Perpignan.
In mezzo al campo c’è Haimona, il cui nome già da qualche giorno avevamo accostato al gruppo azzurro. Sul piede poco da dire, così come sul generale senso di pesantezza, che c’entra ma non del tutto col peso fisico e con il ruolo. Anche per questo, e pensando alle Zebre e alla crescita del giocatore, meglio pensarlo come centro di chili piuttosto che come apertura o doppio playmaker, anche se la convocazione comunque non convince del tutto. La vera domanda è quale sarebbe stata la scelta se Iannone fosse stato disponibile, e forse uno tra Haimona o Garcia avrebbero fatto posto. Manca pure Sgarbi, e nonostante il giocatore abbia sofferto un infortunio contro i Dragons (a quanto è dato sapere, nulla di grave) la scelta è molto probabilmente tecnica. Campagnaro ora come ora è invece l’unico irrinunciabile del reparto, e Morisi è un rientro più che legittimo.

 

Non lo sarebbe se Masi fosse spostato in mezzo al campo. Lasciare fuori McLean, che tanto bene sta facendo a Sale, sarebbe un errore, così come probabilmente lo è privarsi di un giocatore come Masi. Tanto più che Palazzani offre copertura anche per lo spot ad estremo. Dovessero andare male le cose tra i centri, il giocatore dei Wasps sarà quasi certamente spostato.
Alle ali molta scelta, con giocatori freschi e in buona forma. Esposito, Sarto e Toniolatti meritano l’azzurro, e Venditti dovrà fare più che bene una volta rientrato. Ragusi c’è ed è un bene: più esperienza e minuti mette, meglio è.

 

Infine, un piccolo accenno al capitolo capitano. Quale sarà la scelta? Affidarsi all’esperienza di Ghiraldini, continuare con Geldenhuys che ha già portato i gradi nel corso del tour di giugno o rimettere al centro del gruppo Sergio Parisse? Brunel ha altre due opzioni: scegliere un giocatore di transizione o mettere la responsabilità su una colonna del futuro. Cosa farà?

Di Roberto Avesani

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