Benetton Treviso e Zebre, il sapore della prima pinta di Guinness Pro12

Il torneo celtico va in vacanza per due settimane, ne approfittiamo per capire cosa funziona e cosa no nelle due nostre squadre

ph. Sebastiano Pessina

Parlare di bilancio dopo sole sei partite è forse troppo, ma la Guinness Pro12 ora si ferma per un paio di settimane per far posto alle coppe europee e tornerà in campo solo tra il 31 ottobre e il primo di novembre prima di altre due settimane di stop per la concomitanza con i test-match intyernazionali. Bilancio quindi magari no, ma una fotografia del percorso fin qui svolto da Benetton Treviso e Zebre possiamo provare a tratteggiarla.

 

BENETTON TREVISO: sei sconfitte, un solo punto in classifica, 190 punti subiti e 67 fatti.  Sarebbe facile fermarsi qui e forse nemmeno del tutto sbagliato. Però va detto che l’annus horribilis conclusosi a maggio con le tante partenze e gli altrettanti numerosi arrivi non poteva passare in maniera indolore. Nelle scorse settimane coach Casellato e il presidente Zatta hanno predicato pazienza indicando nel mese di dicembre un primo momento in cui si potranno tirare le prime somme.
Poteva andare meglio finora? Beh, sì, peggio è difficile, ma con il passare delle settimane miglioramenti si sono visti e sono rientrati giocatori che saranno fondamentali come Favaro, Gori, Zanni e Minto. Manca ancora una vera organizzazione – troppo spesso i giocatori in avanzamento si trovano isolati e si va avanti un po’ a fiammate – ma il tessuto c’è e le cose stanno piano piano migliorando a partire dalla difesa. C’è difficoltà in attacco e non sempre si sfruttano al meglio le possibilità offensiva, ma questo è un problema che ha qualche anno alle spalle e che riguarda anche le Zebre. E a propositi di Zebre, è possibile fare un paragone sulla (ri)costruzione di questa squadra e la scorsa stagione dei bianconeri, ma forse qui il tasso tecnico complessivo è un po’ più alto.
Tra i nuovi innesti bene Lazzaroni, Zanusso, Luamanu e Auva’ a anche se a corrente alternata, deludono finora Christie e Carlisle, quest’ultimo soprattutto nella fase difensiva.
Stagione particolare che si riflette anche nelle presenze dei tifosi al Monigo, in deciso calo: quest’anno in tre gare interne sono arrivati 8.898 appassionati (praticamente 3mila a partita), un anno fa con lo stesso numero di gare e nello stesso periodo erano accorsi in 13.457 (media-partita di 4.485 persone a gara).

 

ZEBRE: cinque sconfite, una vittoria, 5 punti in classifica, 146 punti subiti e 74 fatti. Che cosa dicono e cosa no dicono questi numeri? Che la squadra di Andrea Cavinato ha raccolto meno di quanto seminato, un refrain questo che arriva dalla scorsa stagione. Sanno ormai giocare bene le Zebre, e non in maniera estemporanea. Hanno idee e sanno metterle in pratica, un piano di gioco ben preciso e – cosa forse più importante di tutte le altre – stanno formando una vera identità.
Ma, come dicevamo prima per Treviso, i bianconeri hanno difficoltà a concretizzare la mole di gioco prodotta e così succede che soffrano più del dovuto con Ulster (grande squadra, ma che a Parma ha giocato in 14 per oltre un’ora) e che non riescano a mettere una buona quantità di punti di distanza contro un Leinster tenuto molto bene a bada per un tempo. Cinismo e capacità di affondare il colpo sono oggi “mancanze” che però il tempo aiuterà a colmare. La strada imboccata è decisamente quella giusta, magari ancora lunga ma questa è un’altra storia.
La squadra cresce ma il rapporto con il pubblico di Parma non migliora un granché: nelle quattro gare interne finora giocate sono state contate 10.399 presenze complessive (2.599 di media-partita), un anno fa allo stesso punto della stagione i federali avevano giocato solo due gare in casa raccogliendo in tutto 5.350 tifosi per una media di 2.675. Insomma, siamo lì.

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