Doveva essere la classica domenica di rugby ma alla fine si è trasformata in una festa del rugby
Chi conosce lo sport della palla ovale da più o meno tempo, conosce il significato dei raggruppamenti domenicali per le categorie giovanili. Oltre alla parte puramente agonistica esiste una parte associativa, un trovarsi tutti assieme, un partecipare all’organizzazione dell’evento, il terzo tempo, insomma vivere una domenica all’insegna dello sport, vivere il rugby con tutta la famiglia.
Sicuramente la splendida giornata di sole con un caldo estivo, ha contribuito ad arricchire di un così vasto pubblico il primo raggruppamento casalingo organizzato dalla Nea Ostia Rugby. Un Giannattasio così pieno non si era mai visto e queste sono quelle situazioni che ripagano i sacrifici organizzativi dello staff societario. Da normale raggruppamento si è trasformato in una festa del rugby dove genitori, figli, parenti ed amici hanno contribuito, anche da semplici spettatori, a tutto questo.
Poi ecco l’inaspettato: la visita del Capitano della Nazionale Sergio Parisse. Chi segue il rugby sa che il capitano non è un ruolo ma è un pezzo importante dell’anima della squadra. Il capitano è una delle figure più importanti nel dispositivo generale di una squadra, è l’elemento più carismatico, il comunicatore, l’esempio per i compagni, è colui che entra per primo ed esce per ultimo dal campo, sicuramente il simbolo della squadra. Quando sei il Capitano della Nazionale Italiana sei anche il simbolo del rugby italiano e Sergio Parisse con la disponibilità mostrata domenica ha confermato tutto questo.

A prima vista, nessuno dei piccoli atleti presenti al Giannattasio credeva che il loro idolo fosse lì ma poi quando si sono resi conto che tutto era vero, lo hanno preso letteralmente d’assalto, lo hanno circondato di quella gioia e di quel calore che solo un bambino sa dimostrarti. Fotografie, strette di mano, autografi, una marea di bambini che chiedeva questo e altro al proprio Capitano, e Sergio Parisse, con la disponibilità che contraddistingue un grande uomo, si prestava a una moltitudine di richieste. Abbiamo visto ragazzi che si facevano autografare i propri scarpini da gioco, le magliette, le mani con la promessa di non lavarsele più, insomma tutto quello che ci potevamo aspettare da un’inattesa visita del nostro Capitano. Poi ci ha salutato, con la promessa che un giorno verrà a trovarci nuovamente; noi siamo qui ad attenderlo.
Per la Nea Ostia Rugby è stata una domenica esaltante ed emozionante perché è stata una grande festa del rugby, è stata la festa dei nostri piccoli atleti. Noi abbiamo sempre creduto che il rugby non è la sola partita ma è anche tutto quello che sta attorno. Noi ci crediamo e continueremo per questa strada.
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