Nella stagione che porta ai Mondiali, schierare qualche straniero può essere un vantaggio. Ma per ora va bene così…
Ma quanto li spremeranno? Deve essere stata questa una delle prime domande che più o meno tutti si sono posti in seguito alla migrazione all’estero dei giocatori azzurra in orbita nazionale. Quanto saranno utilizzati i vari Ghiraldini, Barbieri, McLean e via dicendo? Detto in modo più tecnico, quale sarà il loro minutaggio?
Nella stagione che porta al Mondiale, avere in rosa giocatori di prima fascia non della propria nazionale è certamente un vantaggio, visto certamente di buon occhio da Federazione e staff tecnico. E ciò riguarda soprattutto la Premiership, in cui sono approdati diversi azzurri. Ma è reale il rischio che i nostri giocatori arrivino stanchi al Mondiale in quanto troppo utilizzati nel corso del campionato? O è forse meglio che giochino quanto più possibile ad uno dei massimi livelli di rugby nel mondo? La risposta, come spesso accade, sta nel mezzo.
Per quanto riguarda la Premiership McLean fino ad oggi ha giocato 480 minuti, Masi 291, Barbieri 158, Ghiraldini 369, De Marchi 143, Cittadini 278 e Furno 250. In Francia (dove siamo già alla decima giornata) Parisse è a 636 ed Allan 387. Infine, Vosawai è a 402 in Pro 12 coi suoi Blues (ma non è stato convocato). I numeri sono più o meno in media con i corrispettivi azzurri che giocano nelle due franchigie italiane: Campagnaro 550, Aguero 295, Chistolini 386, Geldenhuys 444, Vunisa 499, Palazzani 328, Morisi 356, Sarto 384. A giudicare dai numeri, più o meno i minuti di gioco non sono così diversi tra i vari campionati, tenendo conto delle partite fin qui disputate (10 in Top14, in Premiership 6 più una di LV, in Pro12 7 più una di LV per le gallesi).
La sensazione pertanto è che nel breve periodo l’addio di diversi giocatori dall’Italia non avrà influenza negative sulle loro prestazioni in maglia azzurra. Anzi, è legittimo aspettarsi che nei tre match internazionali i giocatori più in forma, come McLean e Ghiraldini, alzino il livello di gioco. Piuttosto, alcuni problemi potrebbero arrivare nelle prossime stagioni, quando bisognerà effettivamente controllare che le scelte dei coach club non siano state dettate da ragioni di turnover e riposi pensati ad hoc senza chiamarci in causa, e senza tenere conto del logoramento cui un giocatore può andare incontro. Un esame importante sarà dalla condizione con cui questi giocatori arriveranno al Sei Nazioni. Per ora, il fatto che alcuni azzurri stiano trovando spazio e prestazioni positive lontano dall’Italia non può che far piacere.
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