Il giocatore sudafricano soffriva di malattia neorodegenerativa. Un altro caso nella “generazione perduta”…
E’ morto ieri all’età di 45 anni nella sua casa di Paarl il giocatore Marthinus “Tinus” Linee, trequarti centro sudafricano. Linee ha giocato una vita con Western Province (112 presenze), e partecipato a diversi tour degli Springboks, senza però ottenere un capo ufficiale. Nel 2012 è stato assistent coach a Timisoara.
Nel 2013 gli fu diagnosticata una forma di Malattia del Motoneurone (gruppo di patologie neurologiche tra cui la SLA). Da allora in molti l’hanno sostenuto per finanziare le migliori cure, fino alla morte delle scorse ore.
Linee non è l’unico sudafricano di quelli anni a soffrire o aver sofferto di malattie neurodegenerative. Ricordiamo Joost van der Westhuizen, André Veter, e Ruben Kruger, scomparso nel 2010 per un tumore al cervello. La morte di Linee, si legge oggi su L’Equipe, riapre i ben noti spettri dell’uso di sostanze proibiti nel mondo dello sport, in questo specifico caso da parte di giocatori sudafricani. Il legame tra queste malattie e il doping è da provare, ma quella generazione anni ’90 del Sudafrica, si legge, la si può definire “perduta”.
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