In una intervista il presidente della società romana parla del nostro massimo torneo nazionale: “Si sono dimenticati di noi”
“La polizia si incazza” sarebbe stato un titolo ad effetto e pure piuttosto facile, ma anche fuorviante. Il presidente delle Fiamme Oro Armando Forgione ha rilasciato una intervista per il numero di novembre di AllRugby in cui non si tira indietro dal fare una fotografia molto nitida dello stato di salute dell’Eccellenza, il nostro campionato nazionale più importante, ma dove non perde mai la giusta misura.
Nessun tono inutilmente polemico, ma parole nette. Parole che fanno pensare perché arrivano da un dirigente che non è “solo” un presidente di una società ma anche un uomo delle istituzioni visto che Forgione è direttore dell’Ufficio Ordine Pubblico del Ministero dell’Interno e Dirigente Superiore della Polizia di Stato. Uno insomma abituato a misurare le parole con il bilancino:
“Il campionato di Eccellenza vive in semiclandestinità: niente tv, pochi sponsor, con la federazione quasi esclusivamente dedita al Sei Nazioni e alle franchigie. Si sono dimenticati di noi, del nostro campionato. Eppure non sarebbe difficile rivalutare un torneo con pochi spettatori e che in televisione non appare quasi più: rare partite su reti che nessuno vede e spesso in orari inaccessibili o concomitanti col calcio”.
Forgione rivendica con orgoglio il lavoro che le Fiamme Oro stanno facendo nel settore giovanile, di una crescita iniziata qualche anno fa e che vuole rinverdire i fasti di un passato lontano senza però mai perdere il contatto con la realtà: pochi passi alla volta, sempre misurati ma senza fermarsi.
Non può però non rilevare quella che è l’evidenza di un torneo impoverito – e questo si sapeva dopo l’ingresso nella Celtic League – ma soprattutto messo nell’angolo se non proprio dimenticato (nell’articolo si dice che a Ponte Galeria hanno visto il ct Jacques Brunel solo una volta in questi anni, per una breve visita all’Accademia ma senza aver visionato un solo allenamento). Un torneo che però rimane la principale palestra del nostro movimento anche se le luci del palcoscenico sono altrove. Troppo lontane.
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