Il presidente del Rovigo non vuole accendere nessuna polemica con il club bresciano, ma con il suo ex giocatore non usa giri di parole
Il presidente del Rovigo parla con il Gazzettino alla vigilia dell’attesissima partita con il Calvisano, rivincita della finale-scudetto dello scorso fine maggio che venne seguita da un vero vespaio di polemiche, ma Francesco Zambelli si tira subito fuori: «É una gara molto importante – dice al quotidiano veneto – e anche i ragazzi ne conoscono perfettamente il valore. Io andrò, ma non ho voglia di parlare con nessuno. Le ferite per tutto quello che è successo sono ancora aperte».
Il numero uno rossoblu invece polemizza senza giri di parole con Mirco Bergamasco. L’occasione è data dal risultato della campagna abbonamenti che in quel di Rovigo ha raggiunto quest’anno la stessa soglia (una tessera in meno i realtà, 601 contro 602, ma siamo lì) della scorsa stagione quando c’era l’azzurro da poter “spendere” sulla piazza: «È venuto con l’intenzione esplicita di tornare in Nazionale, e non per amore della Rugby Rovigo. Lo abbiamo sostenuto in tutto e per tutto, per fargli raggiungere il “suo” scopo. Le convocazioni ai raduni del Sei Nazioni lo hanno dimostrato. Dopo è tornato a lavorare con noi, cambiato, sia negli atteggiamenti che nelle prestazioni atletiche. È da quel momento che ho sospettato che il suo percorso fosse mutato e che ci fossero state già delle promesse per le sue prospettive future. (…) Avendo altre certezze, si è permesso, a fine campionato, di definirci “amatori”, gli stessi che ad inizio stagione non avevano nulla da invidiare al suo ultimo club. Tutti sanno tra me e lui chi è stato l’ingrato».
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