Bene anche il settore Juniores
Tempo di bilanci in casa verdeblù. Secondo il presidente Adami, la stagione è molto positiva per tutti i compartimenti del Cus Verona Rugby, dalla serie A fino ai piccoli del minirugby.
I risultati in serie A sono importanti…
Su 6 partite abbiamo ottenuto 5 vittorie, sicuramente questo è un dato molto positivo. E questo ci ha consentito di mettere una seria ipoteca sul passaggio alla poule promozione nella seconda fase, il primo obiettivo della nostra stagione. All’interno della positività c’è da evidenziare che 4 dei 5 successi sono arrivati in trasferta, un punto debole in passato, che in questa prima fase sembra superato. Abbiamo vinto su campi anche non facili, come Brescia Lumezzane e San Pietro, su cui la qualità agonistica rende difficile conquistare punti. Una prova di maturità agonistica e morale per i ragazzi, che hanno portato a casa alcune partite tecnicamente non eccellenti – penso a Lumezzane – ma con voglia e tenacia. L’unica sconfitta è stata di 2 punti con Colorno, la più attrezzata del girone, in una partita comunque molto bella e equilibrata.
A che punto è lo sviluppo del gioco?
La squadra sta sviluppando un nuovo modello tattico, che fino ad ora si è espresso solo in parte. In allenamento si vede un livello pià avanzato, in partita ovviamente è diverso, ma quando riusciremo a sviluppare pienamente il lavoro, anche dal punto di vista della velocità e incisività, possiamo crescere in parallelo con il divertimento.
La politica è quella di mantenere un gruppo solido, con poche modifiche della rosa, e molti inserimenti dal vivaio. Sta pagando?
Stiamo inserendo ragazzi giovani in serie A, Campara e Signora in particolare, che stanno dimostrando di valere il gruppo. C’è poi la conferma di Lorenzo Leso, che con il Valpo ha fatto una prestazione di grande qualità. Abbiamo ritrovato ragazzi come Pasinato, che volevano rientrare a un certo livello, e poi tanti che giocano in Cadetta sono pronti a vivere l’esperienza della A. Il progetto che stiamo portando avanti da anni è infatti proprio quello di inserire progressivamente nel gruppo di qualità rugbystica e umana – sempre più folto di atleti veronesi – che si è consolidato in questi anni, i ragazzi del settore giovanile. Ora, visto il buon andamento della stagione, nelle prossime partite credo ci sarà modo di dare un po’ di respiro a chi sinora ha tirato di più e qualche opportunità in più agli atleti più giovani.
Il clima di unione e collaborazione si percepisce sempre di più in casa verdeblù.
La cosa più bella è aver creato una sinergia vera fra Cadetta e Prima Squadra, con allenamenti e lavoro condiviso e con la rotazione di giocatori come D’Antuono, Sartor, Sandroni e Cailotto. Tutto questo produce un clima di collaborazione e un legame che volevamo fortemente sviluppare. Stiamo naturalmente coinvolgendo anche il settore giovanile, soprattutto la Under 18, e anch la Scaligera, da cui provengono molti giocatori della Cadetta, e che esprime non solo la gioia di giocare a rugby, ma ha un ruolo attivo nello sviluppo della crescita dei ragazzi. Insomma, ora c’è un qudrilatero che funziona.
Il capitolo infortuni?
Badocchi si è infortunato nell’ultimo scorcio di partita con Colorno, è un peccato perchè stava disputando una stagione eccellente. La soluzione medica sembra meno pesante di quanto temevamo. Del Bubba sta pagando infortuni che non gli consentono di riprendere appieno, e abbiamo davvero bisogno di lui. Riccardo Bergamin si è infortunato nella tournée alle Bermuda, le sue condizioni sono da valutare, anche lui è un giocatore per noi trascinante. In Valpolicella siamo rimasti quasi senza terze linee. Aspettiamo anche il rientro di Paghera, che dovrebbe essere imminente, sono mesi che sta lavorando con una voglia pazzesca.
Come sta lavorando il nuovo arrivo, Herman Share?
Con Herman abbiamo scommesso su un ragazzo giovane, e sono contento di come sta lavorando, allenandosi e giocando. Dimostra grande equilibrio e maturità. Per un sudafricano non è facile passare al rugby italiano, molto tattico e concreto, ma sta interpretando bene il suo ruolo di mediano di apertura, curando lo sviluppo dell’azione e il gioco al piede. Secondo me, continuerà a migliorare e può diventare un punto di riferimento. Diamogli tempo di crescere nel nostro rugby”
La circolarità e la sinergia non riguardano solo i più grandi, ma anche le giovanili…
Certo, c’è il progetto Special Clinic che sta dando risultati notevoli. Si tratta di una serie di stage sullo sviluppo delle abilità specifiche dei singoli ruoli e delle competenze tecniche rivolti ai ragazzi Juniores, e tenuti da atleti della Prima Squadra nel ruolo di “allenatori”. Prima ancora del fatto tecnico, la cosa più bella è l’entusiasmo dei ragazzi delle giovanili nel vedere la prima squadra che li sostiene e insegna loro tante cose del rugby, è bello e coinvolgente.
Una panoramica sul settore juniores?
Sta dando buonissimi risultati anche quest’anno. Siamo molto contenti di tutti, dalla Under 18, alle due Under 16, una scommessa fatta con lo spirito di far giocare tutti il più possibile, che sta comportando sacrifici per educatori, ragazzi e famiglie, ma sono tutti veramente bravissimi, non mollano mai, dimostrano un attaccamento alla maglia grandioso. E’ una scommessa difficile, ma la stiamo portando avanti, e potrebbe permettere alla Cadetta il salto di categoria. La doppia Under 14 sta lavorando bene, ha creato un legame con il Rugby Valeggio, che stiamo cercando di allargare al territorio. Ieri infatti hanno giocato a Valeggio con il Valsugana, un segnale importante. Poi c’è il Minirugby, una bellissima realtà di bambini, educatori e genitori che in ogni torneo dimostrano tanto entusiasmo, un clima di positività, un esempio del nostro panorama.
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