La Lombardia, Calvisano e la FIR: polemiche sul Mondiale Juniores

Metà delle gare verranno giocate sul campo del club che appartiene al presidente federale. Cosa che da il via a nuove critiche

ph. Sebastiano Pessina

Il complottismo non ci piace, l’idea che dietro a qualunque azione ci sia sempre un secondo fine ancora meno. Questo vogliamo subito dirlo chiaro e tondo. Però l’annuncio del calendario delle partite del prossimo Mondiale U20 con le rispettive sedi porta con sé una domanda di fondo che è impossibile eludere: il Junior World Championship 2015 è il Mondiale di Calvisano?
Questi i fatti certi, oggettivi: il torneo prevede 30 partite e 15 verranno disputate nella località in provincia di Brescia, sei alla Cittadella del Rugby di Parma, altrettante allo Zaffanella di Viadana e tre allo Zini di Cremona che ospiterà le tre finali più importanti nella giornata del 20 giugno. La metà delle partite della competizione verranno perciò giocate al San Michele, unica struttura delle quattro coinvolte ad accogliere gare in ogni giornata del torneo e che vedrà disputarsi il 15 giugno le tre semifinali presumibilmente più interessanti.

 

Numeri e proporzioni che fanno discutere perché si innestano sulle polemiche che da tempo circondano il presidente federale Alfredo Gavazzi circa il conflitto di interessi tra la sua posizione di responsabile del rugby italiano e di proprietario del Calvisano. Teniamo qui a ricordare e a sottolineare che secondo la normativa vigente il presidente federale non infrange nessuna regola, la sua attuale posizione è perfettamente a norma secondo l’impianto legislativo. Chi lo attacca su questo fronte mette però sul tavolo anche una questione di opportunità di coesistenza di quelle due cariche e qui il discorso si fa sicuramente un po’ più scivoloso. Un esempio: come ha rivelato il bilancio 2013 la FIR ha pagato poco più di 400mila euro per la realizzazione di un campo in sintetico proprio a Calvisano (un altro è stato costruito a L’Aquila) a fronte di un esborso complessivo per l’impiantistica che per il resto d’Italia è stato enormemente più basso.
E la scelta di far giocare metà delle partite del Mondiale U20 nella struttura del club di proprietà del presidente federale sicuramente darà nuovo vigore a critiche e polemiche.

 

Noi qui vogliamo sottoporre all’attenzione di tifosi e appassionati una serie di aspetti di questa vicenda, non sempre messi nel giusto rilievo. Poi ognuno si faccia la sua opinione. Eccoli:

L’intenzione della FIR  è sempre stata quella di disputare il Mondiale Juniores 2015 in Lombardia, scelta questa poco digerita dal movimento Veneto che pensava/sperava di poter bissare il successo dell’edizione 2011. Regione che è uno dei cuori più pulsanti del rugby italiano ma questo non significa che quel tipo di manifestazioni debbano essere tenute per forza lì. La FIR bene ha fatto a scegliere una sede alternativa e il bacino Lombardia/Emilia è tra i più ricchi del nostro movimento. E poi Viadana, Calvisano, Cremona e Parma non sono poi così lontane dal Veneto.
Si può criticare la scelta delle sedi ma Calvisano, Parma e Viadana hanno – assieme a Treviso – le migliori strutture d’Italia.
L’allargamento a Parma e a Cremona è stato dettato dal fatto che Milano, sede di EXPO 2015, non ha strutture adatte per ospitare partite di questo livello, altrimenti almeno la finale l’avremmo vista all’ombra della Madonnina.
L’alto numero di partite giocate in Lombardia – 24 su un totale di 30 – potrebbe consentire alla FIR di poter accedere ai finanziamenti accantonati proprio per EXPO 2015. Cosa che sicuramente non è secondaria.
La scelta di giocare così tante gare a Calvisano è stata probabilmente influenzata dal non voler proporre troppe gare in un fazzoletto di terra limitato, cosa che avrebbe potuto portare a una sorta di “cannibalizzazione” dei biglietti: Viadana e Parma sono davvero molto vicine l’una all’altra, da qui la decisione di alternare queste due sedi a quella “fissa” più lontana, Calvisano appunto.
Lo stadio di Calvisano non è al momento a norma: dovrà essere costruita in tempi ristretti una nuova tribuna coperta e due curve per portare  la capienza ai 5mila posti richiesti da World Rugby. La spesa si aggira – par – attorno al milione di euro che verranno probabilmente coperti dalle istituzioni locali e regionali, ma al momento su questo aspetto non ci sono certezze. I nostri dubbi al riguardo vertono più che altro sull’utilità di una struttura di quelle dimensioni in un paese che non arriva a 10mila abitanti e dalla logistica che oggettivamente non è delle più immediate. Detta in parole povere: dopo il Mondiale U20 a cosa può servire a Calvisano uno stadio del rugby da 5mila persone (oltretutto in un’area dove sono già presenti due strutture simili)? L’unica risposta che ci pare sensata è quella di portare qui a giocare per qualche partita le Zebre.
A noi sembra che la Cittadella di Parma venga sottoutilizzata: è il cuore nevralgico dell’organizzazione sportiva della FIR e ci aspettavamo un coinvolgimento superiore rispetto alle sei gare invece lì destinate. A dirla tuta ci aspettavamo che la finale venisse giocata qui: i circa 20mila posti dello stadio di Cremona non verranno mai riempiti, sono sovradimensionati rispetto alla bisogna, a Parma ci sarebbe stato il sold-out. Anzi, approfittiamo per ribadire una nostra convinzione: a Parma andrebbero giocate anche le finali di tutti i maggiori campionati italiani. Sempre.

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