Violenza sulle donne: la FIR ufficializza il minuto di silenzio

Un minuto di raccoglimento sui campi di tutta Italia il 6 e il 7 di dicembre, quale che sia il livello

Violenza sulle donne

Lo scorso 25 novembre OnRugby riportava un’agenzia ANSA nella quale si annunciava che il 6 e 7 dicembre in tutti i campi italiani sarebbe stato osservato un minuto di silenzio per ricordare il dramma della violenza sulle donne. Ora c’è l’ufficialità FIR. Il comunicato:

 

La campagna “Zonta says no” prosegue in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne 2014: un minuto di silenzio in tutte le carceri d’Italia, sui campi di rugby e un libro di testimonianze scritto  dai detenuti. 

Per il terzo anno consecutivo i club Zonta d’Italia e il Dipartimento per l’Amministrazione Penitenziaria del Piemonte e Valle d’Aosta con l’Associazione Ovale oltre le sbarre onlus, la squadra di rugby del carcere “Lorusso e Cutugno” di Torino e la Federazione Italiana Rugby che conferma la propria attenzione ad un tema sensibile e d’attualità nell’ambito delle proprie strategie di responsabilità sociale, continuano insieme il programma di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne.

Il 25 novembre, in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, all’interno di tutti gli Istituti penitenziari d’Italia è stato osservato il minuto di silenzio, come momento introduttivo delle iniziative adottate per aumentare l’attenzione verso un fenomeno sempre più preoccupante che deve essere superato con il contributo di tutti, uomini e donne.

Questa iniziativa, organizzata dall’Interclub Zonta Italia e dall’Associazione Ovale oltre le sbarre onlus, già nel 2013 era stata promossa dal Provveditorato regionale del Piemonte e Valle d’Aosta nelle carceri del territorio, e per il 2014 ha rinnovato il proprio sostegno all’iniziativa e si è anche fatto promotore presso il Dipartimento di Roma della proposta per estenderlo a tutti gli Istituti Penitenziari della Repubblica.

La stessa cerimonia del silenzio, simbolo del rispetto e dell’attenzione verso le donne, in collaborazione con laFederazione Italiana Rugby sarà osservata anche su tutti i campi di rugby di ogni ordine e grado nellegiornate di campionato del 6 e 7 dicembre.

La campagna “Zonta says no” promossa da Zonta International, l’organizzazione mondiale che ha come obiettivo il miglioramento della condizione femminile nel mondo, ha voluto coinvolgere con una presa di posizione forte il modo maschile per ribadire che la violenza contro le donne non è un problema solo delle donne.

Uno dei momenti simbolo della campagna sarà la partita che verrà disputata da La Drola Rugby con la squadra del Rugby Saluzzo nel penitenziario Lorusso e Cutugno di Torino, dove il 6 dicembre, la partita di campionato C regionale sarà giocata indossando pettorine con lo slogan “Giù le mani dalle donne”.

“La partecipazione della squadra del carcere alla campagna contro la violenza sulle donne” – spiega il Presidente Walter Rista – è un punto fermo dell’attività de La Drola e i giocatori/detenuti, dopo tre anni che partecipano all’iniziativa, pensano che questo sia un momento importante e significativo con il quale possono contribuire ad una causa verso la quale hanno sviluppato una grande attenzione.”

Particolarmente significativa anche l’estensione dell’iniziativa alle altre squadre di rugby dei penitenziari italiani: la Giallo Dozza di Bologna  ed i Bisonti di Frosinone.

Della stessa campagna fa parte anche il libro “Giù la mani dalle donne – Voci dal carcere” che raccoglie le testimonianze di più di 100 detenuti delle carceri piemontesi che hanno voluto esprimere le loro riflessioni per far fronte ad un fenomeno di violenza dal quale essi stessi prendono le distanze.

Voluto dal Dipartimento per l’Amministrazione Penitenziaria del Piemonte e Valle d’Aosta, e realizzato da Ovale oltre le sbarre Onlus e dall’interclub Zonta Italia, il libro, che è stato stampato nella tipografia del carcere di Ivrea, è anche un esempio di quelle attività riabilitative volte a incentivare nei detenuti una riflessione culturale non disgiunta dal proprio vissuto e dall’elaborazione dell’esperienza.

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