Una intervista al Gazzettino in cui l’ex numero uno federale si toglie qualche sassolino dalla scarpa
Annuncia che a fine mandato si ritrerà dalla sua attuale carica di rappesentante italiano del board esecutivo di quella che da poco è diventata la World Rugby, d’altronde Giancarlo Dondi non è più un giovincello e sta per toccare gli 80 anni : “Solo Bernard Lapasset è lì da sei mesi prima di me”, dice a Il Gazzettino.
Una intervista in cui sottolinea più volte in maniera molto diplomatica la sua presa di distanze da Alfredo Gavazzi, attuale presidente FIR che nel 2012 sostenne e presentò come suo “delfino”, a dirla tutta più per necessità che per vera volontà. Sui Mondiali U20 ad esempio dice che “avrebbe fatto una scelta diversa” rispetto alla Lombardia e soprtattutto alla centralità data a Calvisano in quella manifestazione.
Rispetto al movimento sostiene invece che quello italiano “è cresciuto, ma altri sono cresciuti più di noi. Nerl professionismo servono quattrini e i bilanci delle nostre squadre sono inferiori a quelli deelle altre”. Il Benetton Treviso? Qui l’ex presidente federale per 16 lunghi anni è sibillino: “Fare una squadra serve tempo, distruggerla è un attimo”.
I test-match, in temini di gioco espresso, lo hanno visto soddisfatto nelle partite pur perse contro Argentina e Sudafrica, meno quello vinto con Samoa e sottolinea che “ora c’è una rosa sufficiente, una trentina di giocatori di pari livello o quasi. Prima spesso erano 15 contati e se qualcuno si faceva male…”.
Dondi rimane dubbioso anche sulla terza coppa europea: “molti non erano d’accordo di farla, l’Italia l’ha voluta. Non è neanche finanziata. Daremo un giudizio alle fine”. Più ottimista sulla possibilità che l’Italia ottenga un secondo voto nell’esecutivo della World Rugby, ma decisioni definitive verranno prese solo a maggio ed entreranno in vigore a partire dla 2016.
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